Milano, 8 lug. (LaPresse) – Un pezzo di storia della musica britannica si è esibita ieri a Milano. I New Order hanno anticipato i Cure, gli headliner all’Heineken Jammin Festival all’arena Fiera di Rho, suonando alcuni dei maggiori successi della loro lunga carriera e nonostante il grande assente. La band britannica convive infatti sin dalla formazione con il fantasma di Ian Curtis, il leader dei Joy Division suicida nel 1980 – la cui morte ha segnato la fine della band e la rinascita con il nuovo nome di New Order – e dal 2007 anche con la fuoriuscita di Peter Hook, lo storico bassista che ha lasciato la band tra tensioni e acrimonie.

Due assenze ingombranti che Bernard Sumner, Stephen Morris e Gillian Gilbert fronteggiano con la passione e l’esperienza di una vita sul palco, che ha loro permesso di perdersi e ritrovarsi svariate volte in 32 anni di carriera. Con Tom Chapman al posto di Hook, portano il mix di post-punk e dance che è il loro marchio di fabbrica in un set obbligatoriamente breve ma intenso per il loro ruolo da supporter, e dopo tanti anni decidono di includere brani dei Division alla loro scaletta.

Aprono con ‘Elegia’ dedicata a Curtis e proseguono con ‘Crystal’ e ‘Regret’ per poi passare a una potente cover di ‘Isolation’. Continuano ripercorrendo la loro carriera di gruppo tra i più influenti della scena dance britannica anni ’80 e chiudono con una nostalgica cover di ‘Love Will Tear us Apart’, ultimo ossequio alla band che furono. E se anche non può più essere Curtis a cantarla, che siano i suoi amici storici a farlo è emotivamente potente.

Setlist: Elegia, Crystal, Regret, Isolation (Joy Division cover), Ceremony, Bizarre, Love Triangle, True Faith, 586, The Perfect Kiss, Blue Monday, Temptation, Love Will Tear Us Apart (Joy Division cover)

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