Milano, 20 set. (LaPresse) – A quasi 44 anni ha alle spalle quasi 25 anni di carriera come dj, è uno dei produttori musicali più richiesti e ha lavorato con alcuni dei più grandi artisti pop e hip-hop da Madonna a Christina Aguilera, da Rihanna ai Lil’ Wayne. Oggi David Guetta presenta il nuovo album, ‘Nothing but the beat’, e lo fa all’Hotel Principe di Savoia a Milano. Un album con un’anima duplice, come il suo lavoro nel mondo musicale. “Ho voluto fare un doppio album perché vengo da una cultura underground come dj – spiega – ma sono anche un produttore di musica pop. Ho fan come dj e come artista pop e volevo condividere la mia anima elettronica con più persone”.
Dato che l’intento è di far conoscere al pubblico la sua doppia anima, ha diviso il disco in due parti: una con 14 tracce interpretate da star internazionali del pop, da Will.i.am dei Black Eyed Peas a 50 cent, da Chris Brown al rapper Usher; l’altra con 10 tracce di sola musica elettronica.
In realtà, spiega Guetta, “Per me non vuol dire niente underground o commerciale. La domanda è se la musica è di qualità e dà emozione. Come dj suono sia commerciale che underground, se mi piacciono. Solo chi parla di musica e non la fa, può fare questa distinzione. I giovani, oggi, sono molto più aperti perché, con internet, hanno accesso a tutti i tipi di musica”.
L’importante è la musica in sé, in ogni sua declinazione. “Mi piace suonare nuova musica per incuriosire la gente e dare emozioni, per questo ho iniziato a scrivere canzoni. Quando compongo come dj inizio dal beat, quando compongo una canzone pop, la melodia è la cosa più importante e inizio con una progressione di accordi”. L’artista spiega la genesi del suo stile musicale. “Ho mischiato la scena urban americana con l’elettronica europea. La house e la techno sono nate negli Stati Uniti ma sono state relegate all’underground. Radio e tv non erano interessate alla dance music. In Europa, invece, sono cresciute sempre di più, in una scena sempre più forte”.
L’artista francese passa quindi a spiegare qual è il segreto del successo suo e di altri suoi colleghi d’oltralpe, richiestissimi a livello internazionale. “Noi lavoriamo come artisti veri e non solo come produttori e – aggiunge Guetta – siamo molto attenti anche alla parte visual”, riferendosi alla creazione di videoclip e all’uso delle immagini, in genere, connesse alle loro composizioni musicali.
Guetta ricorda quindi il percorso dagli suoi esordi al successo e alle collaborazioni internazionali. “Quando sono andato a Ibiza, la prima volta, l’ho trovata un posto incredibile che ti fa venire voglia di suonare. Quando facevamo promozione la gente veniva a sentirmi incuriosita dal fatto che fossi francese. Poi, la musica è piaciuta e piano piano sono diventato importante. Nel 1987, ho invitato i Daft Punk ed è stato un successo”.
Le collaborazioni sono uno dei punti fermi della sua produzione artistica, che ha un criterio di valutazione preciso nella sua attività collaterale di scouting. “Se vedo un talento in una persona, che sia famosa o sconosciuta, voglio comunque lavorare con lei”. Fa quindi l’esempio della cantante Sia, interprete di una delle 14 tracce pop del nuovo disco. “Abbiamo lavorato insieme per fare una demo – continua Guetta – lei non era famosa ma è stata talmente straordinaria che ho tenuto la canzone così come l’aveva fatta lei. La casa discografica non le ha fatto promozione, è stata una hit naturale”. “Il miglior modo – aggiunge Guetta – per farmi avere una demo rimane quello di portarmela di persona al club dove sto suonando. Quando uno mi dà una demo, l’ascolto sempre”.
La musica resta l’interesse primario di Guetta. “Fare musica è il mio hobby. Il mio lavoro è fare il dj e lo adoro. Quando voglio evadere, faccio musica. Se ami veramente fare una cosa, la vuoi fare sempre – continua Guetta – non mi sembra di lavorare. Faccio musica di giorno e il dj di notte. E’ un tipo di vita che mi piace. Finché la gente non si stancherà di me, io non mi stancherò”.
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