Archeologia, lo studio: Neanderthal intelligenti come Homo Sapiens

Archeologia, lo studio: Neanderthal intelligenti come Homo Sapiens
Nach rund 40.000 Jahren treffen am Freitag, 20. Maerz 2009, erstmals die beiden Neanderthaler “N”, links, und “Wilma” im Neanderthal Museum in Mettmann aufeinander. Die Rekonstruktion des 1856 in der Feldhofer Grotte gefundenen “N” steht seit 2006 im Museum und hat nun einen weiblichen Part in der fuer das amerikanische Magazin National Geopgraphic rekonstruierten “Wilma” gefunden. Sie wurde von den niederlaendischen Kuenstler Alfons und Adrie Kennis auf einem idealisierten Neanderthalerskelett des American Museum of Natural History in New York aufgebaut. (AP Photo/Martin Meissner) — The prehistoric Neanderthal man “N”, left, is visited for the first time by another reconstruction of a homo neanderthalensis called “Wilma”, right, at the Neanderthal museum in Mettmann, Germany, Friday, March 20, 2009. The world famous fossil “N” is about 40.000 years old and was found 1856 at the Feldhofer grotto at the Neander Valley in Mettmann, western Germany. “Wilma” was built by Dutch artists Alfons and Adrie Kennis for the National Geographic magazine on a skeleton from the American museum of natural history in New York. (AP Photo/Martin Meissner)

Diego Angelucci (Università Trento): “Sapevano domare il fuoco per cuocere i cibi e scaldarsi”

Gli uomini di Neanderthal erano intelligenti come gli Homo Sapiens. Lo afferma uno studio internazionale pubblicato sulla rivista scientifica Plos One che mette insieme gli indizi e i ritrovamenti raccolti nell’arco di oltre vent’anni di scavi archeologici condotti in una grotta del Portogallo centrale. “I Neanderthal sapevano domare il fuoco. Erano in grado di accenderlo, alimentarlo e usarlo per cuocere i cibi, scaldarsi, difendersi dagli animali. E avevano riservato al fuoco un posto importante, nel cuore dei luoghi dove abitavano. Insomma erano intelligenti quanto gli Homo sapiens”, ha detto Diego Angelucci, archeologo dell’Università di Trento e uno degli autori dello studio. “È una conferma di quanto abbiamo già osservato e teorizzato in studi precedenti”, ha aggiunto, “Padroneggiavano il pensiero simbolico, producevano oggetti artistici, sapevano prendersi cura del proprio corpo usando ornamenti e avevano una dieta estremamente variata. A queste informazioni si aggiunge ora il fatto che, dall’analisi dei ritrovamenti, riusciamo ad affermare con certezza che consumavano abitualmente cibi cotti. Una abilità che conferma un livello di competenza analogo a quello dei sapiens vissuti millenni più tardi”. Ma come si è scoperto che i Neanderthal sapevano gestire il fuoco? “L’archeologia moderna concorda sul fatto che lo conoscevano”, ha spiegato Angelucci. “Ma un conto è prendere il fuoco dalla natura in seguito a un incendio sviluppato naturalmente, ad esempio da un fulmine, un altro è ricrearlo, alimentarlo con il legname e usarlo per l’alimentazione, il calore o la difesa. In questo studio dimostriamo che senza alcun dubbio lo sapevano fare e che il fuoco era già un elemento centrale nella vita quotidiana”. Gli scavi sono stati eseguiti nella Gruta da Oliveira: gli archeologi ritengono sia stata abitata dai Neanderthal dai 100 ai 70mila anni fa. “Per noi Almonda è una specie di ‘supermercato della preistoria’ per la varietà e ricchezza di manufatti e resti che abbiamo ritrovato negli anni”, ha spiegato lo studioso, “dai resti del Paleolitico Inferiore, passando per le pietre scheggiate della cultura Musteriana, c’è davvero di tutto. Abbiamo trovato ossa bruciate, legname combusto, resti di cenere e di pasto bruciati. E sotto il terreno scottato dal calore. Un particolare importante perché ci dice che la struttura si trova in posizione primaria. Ed è sempre stato lì. Il fuoco è un elemento fondamentale nella loro vita quotidiana. Rende un luogo confortevole, aiuta a socializzare. Restituisce quell’idea rudimentale di ‘casa’ che forse potrebbe valere anche per loro”.

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