Sarebbero oltre 70 i morti e più di 370 i casi. Il Governo: "Impegnati per identificare la natura della malattia"

L’Italia alza l’attenzione sulla malattia sconosciuta che ha causato oltre 70 morti in Congo. A quanto si apprende il ministero della Salute ha inviato una raccomandazione alle Usmaf, gli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera del ministero chiedendo attenzione su tutti i punti di ingresso, in particolare modo per i voli diretti provenienti dal Paese africano. Nelle scorse ore il governo del Congo ha dichiarato allerta per questa sindrome simul-influenzale che oltre a decine di morti ha contagiato centinaia di persone. Le autorità hanno invitato la popolazione a mantenere la calma e a essere vigili, esortando le persone a lavarsi le mani con il sapone, evitare assembramenti e non toccare i corpi dei defunti senza personale sanitario qualificato. I sintomi includerebbero febbre, mal di testa, tosse e anemia.

Governo, impegnati per identificare natura malattia misteriosa

Il governo della Repubblica Democratica del Congo sta facendo sforzi per identificare la natura della malattia misteriosa, che pare simile a un’influenza, che nelle ultime settimane ha provocato diversi morti nel Paese. Lo ha detto più volte il ministro della Sanità congolese, Roger Kamba, in un briefing tenuto oggi insieme al ministro delle Comunicazioni, Patrick Muyaya, e alla ministra dell’Ambiente, Eve Bazaiba. Nel corso del briefing il governo ha annunciato misure che puntano a contenere la diffusione della malattia, che si sta diffondendo nella provincia di Kwango, nella zona sanitaria di Panzi. Kamba ha annunciato che un team di esperti del suo ministero è già stato inviato a Kwango e ha aggiunto che le notizie che hanno raccolto mostrano che i pazienti soffrono di febbre, colo nasale, mal di testa, anemia e difficoltà respiratorie. “Una sindrome probabilmente influenzale”, ha aggiunto il ministro, citato dalla stampa locale.

Sul numero di morti al momento non c’è chiarezza: Kwango ha riferito che “da fine ottobre abbiamo contato un totale di 30 decessi nei centri sanitari e nella comunità si parla di altri 44 decessi, ma stiamo facendo delle autopsie per verificare se questi 44 morti siano legati alla malattia”, nel qual caso i decessi sarebbero dunque circa 70. Ieri invece gli Africa Centers for Disease Control and Prevention avevano riferito di 79 morti e 376 casi. La zona sanitaria di Panzi, situata a circa 700 chilometri dalla capitale Kinshasa, è un’area remota della provincia di Kwango, difficile da raggiungere. 

Una volta che i campioni prelevati dagli esperti inviati sul posto verranno analizzati in laboratorio, verranno adottate tutte le disposizioni necessarie di conseguenza. Intanto, la popolazione è stata invitata a rispettare le norme igieniche e a seguire le istruzioni impartite dalle autorità sanitarie, in particolare a evitare il contatto con i pazienti e a non toccare i cadaveri senza protezioni.

Le falle nel sistema sanitario

Il capo dell’Istituto nazionale per la sanità pubblica, Dieudonne Mwamba, ha riferito ieri che, a causa della mancanza di capacità di testing nella zona, è stato necessario portare i campioni a Kikwit, oltre 500 chilometri di distanza. “Il sistema sanitario è piuttosto debole nelle nostre aree rurali, ma per alcuni tipi di cure, il ministero ha tutte le disposizioni e stiamo aspettando i primi risultati dell’analisi dei campioni per calibrare correttamente le cose”, ha affermato il capo degli Africa Cdc, Jean Kaseya.

Mwamba ha sottolineato che Panzi era già una zona “fragile”, con il 40% dei suoi residenti che soffriva di malnutrizione. È stata anche colpita da un’epidemia di febbre tifoide 2 anni fa e attualmente c’è una recrudescenza dell’influenza stagionale in tutto il Paese. “Dobbiamo tenere conto di tutto questo come contesto”, ha detto Mwamba.

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata