Un caso sospetto di Chikungunya, la malattia tropicale che provoca febbre e forti dolori è stato segnalato dalla’Azienda Ulss 3 in Veneto. Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare che si tratti di un caso della malattia virale caratterizzata da febbre e forti dolori, che viene trasmessa all’uomo da zanzare infette, in particolare del genere Aedes. Il caso sospetto è stato segnalato a Spinea, in provincia di Venezia. Negli anni passati erano stati segnalati altri focolai in Italia.
Dopo un periodo di incubazione di 3-12 giorni, si manifesta una sintomatologia simil-influenzale che include febbre alta, brividi, cefalea, nausea, vomito e soprattutto importanti artralgie (da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa “ciò che curva” o “contorce”), tali da limitare molto i movimenti dei pazienti che quindi tendono a rimanere assolutamente immobili e assumere posizioni antalgiche. Si può sviluppare anche un esantema maculopapulare pruriginoso (tipo morbillo o varicella). Il tutto si risolve spontaneamente, in genere in pochi giorni, ma i dolori articolari possono persistere anche per mesi. Le complicanze più gravi sono rare e possono essere di natura emorragica (ma non in modo così grave come nella dengue) entro 3-5 giorni, o neurologica, soprattutto nei bambini. In rarissimi casi la chikungunya può essere fatale, più che altro in soggetti anziani con sottostanti patologie di base.
La prima epidemia nota è stata descritta nel 1952 in Tanzania, anche se già nel 1779 era stata descritta un’epidemia in Indonesia forse attribuibile allo stesso agente virale. A partire dagli anni Cinquanta, varie epidemie di chikungunya si sono verificate in Asia e in Africa. In Europa nell’agosto 2007 sono stati notificati i primi casi autoctoni in Emilia Romagna.