Il fenomeno è in aumento soprattutto tra gli adolescenti e si è aggravato durante la pandemia e il lockdown
Non solo anoressia e bulimia. Tra i disturbi dell’alimentazione sempre più diffusi in Italia ci sono anche patologie meno note come l’ortoressia, la vigoressia o il disturbo da alimentazione incontrollata, la Binge Eating Disorder, caratterizzato da grandi abbuffate senza metodi di compensazione, a cui segue un aumento di peso e, spesso, l’insorgere di patologie come l’obesità.
Fenomeno in aumento
Nei primi anni 2000 le persone che soffrivano di disturbi dell’alimentazione in Italia erano circa 300 mila, oggi sono oltre 3 milioni. Un fenomeno in aumento soprattutto tra gli adolescenti e che si è ulteriormente aggravato durante la pandemia e il lockdown: l’aumento in quel momento fu del 30% dei casi, soprattutto tra i giovanissimi, benché il fenomeno riguardi in generale anche adolescenti e giovani adulti. Il numero verde nazionale “Sos disturbi alimentari” (800180969), servizio anonimo e gratuito attivo dal 2011, segnala un drastico aumento di richieste di aiuto: raddoppiate nel 2020 e triplicate nel 2023.
Malattie legate a disturbi alimentari sono la prima causa di morte tra gli adolescenti
Nel dettaglio, in Italia, solo nel 2023, i decessi per malattie legate ai disturbi dell’alimentazione sono stati 3.780, sono ormai la prima causa di morte tra gli adolescenti dopo gli incidenti stradali e ogni anno si intercettano sempre più casi: nel 2019 erano 680.569 e sono progressivamente cresciuti fino ad arrivare, nel 2023, a quota 1.680.456. “Le conseguenze dei Dca – spiega Laura Dalla Ragione, psichiatra, direttrice della rete umbra (Usl1) contro i Disturbi del Comportamento Alimentare (Dca), Docente del Campus Biomedico di Roma nonché direttrice del Numero Verde “Sos Disturbi alimentari” istituito a Todi dalla Presidenza del Consiglio e dall’Istituto Superiore di Sanità – sono depressione, limitazione della vita sociale e lavorativa, compromissione di apparati cardiaco e gastrointestinale, osteoporosi, morte per arresto cardiaco o suicidio. Le cause di morte sono collegate alle complicanze mediche e all’alto tasso di suicidio. I dati sulla mortalità sono in aumento, ma molto disomogenei sul territorio: si muore di più nelle regioni dove non ci sono strutture specializzate”.
I centri
Secondo il censimento dell’Istituto superiore di Sanità in Italia i centri per i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione sono 136, di cui 115 del Servizio Sanitario Nazionale e 20 strutture private convenzionate con il pubblico. Di queste 136 strutture, 69 si trovano al Nord, 26 al Centro, 41 tra Sud e Isole. “L’ istituzione della rete degli ambulatori multidisciplinari in Italia – afferma Dalla Ragione – ha costituito un importante passo in avanti nel percorso di cura dei pazienti, ma è ancora presente in modo troppo disomogeneo sul territorio italiano: delle 136 strutture censite nel 2023 dall’Istituto Superiore di Sanità, il maggior numero dei centri (69) si trova nelle regioni del Nord, al Centro se ne trovano 26, 41 sono distribuiti tra il Sud e le Isole. Il ministero della Salute ha deciso di rifinanziare con 10 milioni di euro per il 2025 il Fondo nazionale per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, ma attendiamo ancora di vedere i DCA inseriti nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) in modo da assicurare l’assistenza ai pazienti in maniera strutturale”.
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