Oltre alla perdita o al furto di oltre 24.500 documenti sanitari

Garantire la sicurezza dei dati sensibili in sanità, per ridurre i data breach che ogni anno costano all'Italia 3,5 milioni di dollari e la perdita o il furto di oltre 24.500 documenti sanitari è principalmente una questione culturale e di consapevolezza. Lo hanno affermato i relatori intervenuti al terzo incontro della nona edizione di 'Economia sotto l'Ombrellone' svoltasi al Beach Aurora di Lignano Pineta sul tema 'Dati sensibili in sanità e sicurezza informatica'.

"Quello che si può fare nelle aziende sanitarie per contrastare la perdita e il furto di dati sensibili è sicuramente alzare il livello di consapevolezza", ha osservato Michele Bava, data protection officer dell'Irccs 'Burlo Garofolo' di Trieste, sottolineando che ci sono comunque anche aspetti normativi che possono indirizzare verso un percorso utile a proteggere le informazioni.

"L'aspetto principale è rendersi consapevoli che oggi il dato assume un'importanza fondamentale, al punto che qualcuno parla del dato come quinto elemento dopo acqua, aria, terra e fuoco", ha aggiunto Manuel Cacitti, amministratore delegato di Karmasec ed esperto di sicurezza informatica. "I dati, infatti, permettono di descrivere chi siamo e al contempo possono essere 'monetizzati', tant'è che l'economia digitale si basa principalmente sulla capacità di generare valore dai dati, compresi quelli sanitari e sensibili di ciascuno di noi", ha quindi affermato Cacitti. All'incontro ha partecipato anche Riccardo Furlanetto, socio e responsabile commerciale di Zulu Medical, azienda trevigiana che ha realizzato un sistema mobile wireless per la raccolta e gestione dei dati in emergenza che da oltre due anni è utilizzato dal 118 dell'azienda sanitaria universitaria integrata di Udine e che sta venendo progressivamente adottato da altre aziende sanitarie.

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