Dopo l'ultima importante epidemia risalente al 1973, registrati due nuovi casi a Napoli

Il colera è tornato in Italia. Si tratta di una malattia infettiva acuta causata da batteri del genere Vibrio Cholerae. Il colera – si legge sul sito della Clinica del Viaggiatore – provoca diarrea profusa causata dall'infezione dell'intestino del batterio. L'infezione spesso è asintomatica ma a volte può essere severa e mortale.

Dal punto di vista epidemiologico una persona su 20 manifesta una forma severa di infezione. In questi individui si ha una rapida perdita dei liquidi corporei che portano a disidratazione e stato di shock. Senza idoneo trattamento, vi è la morte anche in poche ore. Oggigiorno comunque l'infezione può essere facilmente prevenuta e curata, con una adeguata reidratazione e somministrazione di sali bilanciati.

L'assenza o la carenza di acqua potabile o non contaminata e le inadeguate condizioni sanitarie di alcune aree, spesso unite a un generale stato di povertà e di degrado, sono le principali cause di diffusione del colera. Queste condizioni fanno dei Paesi in via di sviluppo le aree a maggior rischio di diffusione della malattia e il colera è spesso considerato tra gli indicatori di sviluppo sociale.

In Italia, l'ultima importante epidemia di colera risale al 1973 in Campania e Puglia. Nel 1994 si è verificata a Bari un'epidemia di limitate proporzioni, in cui sono stati segnalati meno di 10 casi. Da allora, l'unico episodio descritto risale all'agosto del 2008 dove a Milano un uomo, di rientro dall'Egitto, è morto di colera in ospedale. Gli accertamenti hanno mostrato che l'uomo aveva contratto la malattia all'estero e hanno escluso il rischio di epidemie per il nostro Paese.

Il colera rappresenta una grave minaccia per quasi tutti i Paesi in via di sviluppo. Nel 2005, in concomitanza con un aumento delle popolazioni vulnerabili, è stato registrato un aumento della diffusione della malattia. Nel 2006 i casi sono notevolmente aumentati, raggiungendo i livelli degli ultimi anni Novanta, per un totale di 236.896 contagi in 52 diversi Paesi. Tuttavia, il numero è sicuramente sottostimato visto che si calcola che venga segnalato all'Oms solo il 10% dei casi effettivi.
 

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