Il referendum” sulla riforma della separazione delle carriere della magistratura “si terrà tra fine marzo e metà aprile. Mi auguro che sia una discussione pacata, puramente tecnica, sulla diversità della diversità tra la funzione del pm e del giudicante in attuazione del codice accusatorio. Esiste in tutti i paesi dove c’è il codice accusatorio. Mi auguro che venga tenuta in termini non polemici, aggressivi e soprattutto in termini non referendari in senso politico. Che non diventi un Meloni sì-Meloni no come è stato con Renzi”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio conversando con i cronisti in Senato. “Anche perché alla fine chiunque vincesse…vincesse la politica nei confronti di una magistratura che si fosse troppo esposta comporterebbe una umiliazione della magistratura che io non vorrei da ex magistrato. Al contrario se vincesse l’opposizione non sarebbe una vittoria dell’opposizione ma probabilmente la vittoria se la intitolerebbe la magistratura e allora di nuovo avremmo una politica condizionata dalle procure della Repubblica. Ecco perché bisogna tenere i toni bassi“, ha aggiunto il Guardasigilli.
Per la premier la consultazione non avrà conseguenze sul governo
Nelle settimane scorse la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ospite di ‘Porta a Porta’ su Rai 1 condotto da Bruno Vespa, ha ribadito che l’esito del referendum non avrà conseguenze sul suo governo. “Spero che quando gli italiani voteranno lo facciano in base al merito della riforma, perché questi referendum non avranno conseguenza sul governo, finiremo il mandato e ci ripresenteremo agli italiani alle elezioni politiche”.

