La decisione era nell’aria e arriva, come previsto, nel consiglio nazionale del Movimento 5 Stelle: Chiara Appendino si dimette da vicepresidente del partito, alla luce delle ultime deludenti performance elettorali e in dissenso sulla linea politica a suo avviso troppo appiattita sulle alleanze e troppo poco incisiva sui temi identitari del Movimento. Il consiglio stesso si trasforma così – come lei stesso l’avrebbe definito – in un ‘processo’ all’ex sindaca che dura circa otto ore, in cui a quanto filtra il leader Giuseppe Conte cerca di giocare il ruolo di “presidente di tutti”, come avrebbe rivendicato dicendosi orgoglioso dello spazio di confronto purché indirizzato al bene del Movimento, in modo costruttivo.
Dopo l’intervento di Conte, Appendino tiene il punto e spiega le sue ragioni: “Ho portato dei punti politici nelle sedi opportune, voi mi avete risposto con tre interviste sui giornali e sei ore di fuoco“, avrebbe detto, riferendosi alla raffica di interventi dei colleghi che la attaccano nel corso della lunga giornata.
Gli attacchi a Chiara Appendino
C’è chi, già in mattinata, la accusa di aver fatto uscire sui media la notizia delle sue dimissioni formalizzate in consiglio. Altri avrebbero evidenziato la pessima scelta del timing, con la manovra in discussione e in vista dell’election day per le regionali del 23 e 24 novembre. Altri ancora le avrebbero fatto notare che lei non ha mai portato proposte alternative su temi e alleanze, ipotizzando che la sua ‘rottura’ sia finalizzata solo a un posizionamento politico interno.
Qualcuno, malignamente, le avrebbe rimproverato di aver lasciato la vicepresidenza solo quando la carica era in scadenza, visto che si rinnoverà insieme a quella del presidente Conte (sulla cui conferma – che appare scontata – a breve dovranno esprimersi gli iscritti). Pochi, ma comunque non da ignorare, gli interventi a suo favore.
Il suo lungo post sui social
In ogni caso la deputata non torna indietro e in serata affida a un lungo post la spiegazione della sua scelta. “Il Movimento 5 Stelle mi ha accolta quando ero poco più di una ragazza. È qui che ho imparato a mettermi al servizio della mia comunità. È, e resterà sempre, la mia casa politica. Ed è proprio per amore di questa casa che ho deciso di rimettere il mio incarico“, spiega, per “aprire una discussione vera e invertire la rotta“, e perché “dopo l’ennesimo risultato deludente alle regionali, non possiamo continuare a dirci che è tutto normale e che va tutto bene”.
Secondo Appendino “non è neanche una questione di alleanze in sé. È questione di come ci stiamo dentro”, e “solo un Movimento 5 Stelle con le mani libere, con una forte identità, può essere davvero parte di un fronte progressista capace di cambiare le cose e battere la destra di Meloni”.
Quindi, “io ci sarò, con la stessa passione e lo stesso impegno di sempre. Insieme, nella nostra casa comune”, assicura, quasi a voler smentire le voci che la vorrebbero a capo di una corrente interna pronta, dopo le prossime elezioni politiche, a chiedere una ‘resa dei conti’ che stravolga gli equilibri interni ai cinque stelle: un progetto che, senza strappi o scissioni – è il ragionamento che filtra da ambienti del Movimento – costruisca dal basso un alternativa all’attuale leadership, magari con altri ‘scontenti’ come Virginia Raggi e Danilo Toninelli, o con un grande ex come Alessandro Di Battista, magari con la benedizione di Beppe Grillo.
Tutte ipotesi premature certo, ma che danno l’idea di una fibrillazione che i cinque stelle non vivevano dai tempi della costituente e dell’addio al fondatore e garante. La prossima puntata è attesa lunedì sera, quando si terrà una nuova riunione congiunta dei parlamentari. E si capirà se continuerà il ‘processo’ o se Conte riuscirà a ritrovare l’unità.