Caso Sangiuliano, Senato nega autorizzazione a procedere per peculato contro l’ex ministro

Caso Sangiuliano, Senato nega autorizzazione a procedere per peculato contro l’ex ministro
(Foto Cecilia Fabiano/LaPresse)

L’ex titolare della Cultura accusato per il caso della chiave d’oro di Pompei

L’Aula del Senato ha votato contro l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Approvata la relazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari: i voti favorevoli sono stati 112, i contrari 57, nessun astenuto. Al centro della questione il caso legato a Maria Rosaria Boccia e, in particolare, l’accusa a Sangiuliano di peculato in relazione alla ‘chiave d’oro’ ricevuta dal sindaco di Pompei.

FdI: “No a richiesta autorizzazione a procedere contro Sangiuliano”

“Abbiamo votato convintamente per il diniego alla richiesta di autorizzazione a procedere, perché di una sola cosa” l’ex “ministro Sangiuliano è effettivamente colpevole: di aver promosso una riforma di sistema degli orizzonti culturali che l’Italia attendeva da decenni, di aver realizzato la sublimazione del merito contro la mediocrità delle conventicole e di aver interrotto un sistema di elargizioni per irrorare di denari pubblici cordate di profittatori”. Così il senatore Sergio Rastrelli, capogruppo di Fratelli d’Italia nella Giunta per le immunità. “Con tutta evidenza – ha concluso Rastrelli – Gennaro Sangiuliano è colpevole, solo ed esclusivamente, di essere un uomo probo, e libero”.

M5S: “Sangiuliano non ha perseguito interesse pubblico”

“La Giunta delle immunità e l’Assemblea del Senato devono unicamente accertare la sussistenza di una delle due scriminanti previste dalla legge costituzionale n. 1 del 1989: che l’inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante oppure per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo. Secondo il relatore, per l’ex ministro Sangiuliano è valida la seconda, avrebbe quindi perseguito un preminente interesse pubblico. Secondo l’accusa, Sangiuliano non ha restituito la chiave d’oro ricevuta dal sindaco di Pompei, nonostante l’evidente natura patrimoniale dell’oggetto”. Lo ha detto la senatrice M5S, Ketty Damante, nella dichiarazione di voto sulla Relazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari sulla domanda di autorizzazione a procedere nei confronti di Gennaro Sangiuliano.

“Secondo la relazione della maggioranza, la ricezione della chiave si collocava nell’ambito delle attività relative alla funzione di Governo del proprio dicastero. E’ una tesi fantasiosa, qui si parla di appropriazione ed utilizzazione personale di un bene, non di attività ministeriale o di visibilità internazionale di Pompei. L’atto contestato è personale, privo di connessione diretta con una scelta politica o amministrativa. Parliamo di una evidente utilità privata. Peraltro, ad oggi sembra che la chiave sia in possesso di una persona che non è l’ex ministro Sangiuliano, dov’è l’interesse pubblico perseguito? Se l’ex ministro ritiene di aver agito con correttezza, è lui stesso che dovrebbe sollecitare il processo per chiarire la propria posizione. Sottrarsi al giudizio equivale a ledere il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge”, ha concluso Damante.

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