Ancora scintille nella maggioranza sul tema del terzo mandato per i presidenti di Regione. Il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, risponde alle parole dell’altro vicepremier, il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, che aveva aperto alla possibilità di appoggiare la proposta, fortemente voluta dal Carroccio, di eliminare il limite dei due mandati, ma solo se a sua volta la Lega aprisse a una proposta azzurra, come ad esempio quella per lo ‘Ius Scholae’, la cittadinanza a coloro che abbiano completato le scuole dell’obbligo in Italia. “Se io devo accettare una cosa che non è nel programma è ovvio che poi gli alleati devono accettare una cosa che non è nel programma che noi proponiamo“, aveva detto Tajani, e oggi, sabato, è arrivata la risposta di Salvini. “Non c’è mai stato il vertice. Quando Forza Italia chiede in cambio la cittadinanza facile, lo Ius scholae, di cosa stiamo parlando? C’è appena stato un referendum in cui milioni di italiani anche di sinistra hanno detto: ‘No, la legge sulla cittadinanza non si tocca’. Anzi, per me bisognerebbe essere ancora più severi, quindi togliere la cittadinanza o il permesso di soggiorno a chi delinque in Italia, quindi sicuramente non accelerare. Se Forza Italia dice: ‘In cambio del terzo mandato, voglio questo o voglio quello’, non siamo al mercato“, le parole del ministro delle Infrastrutture, parlando con i cronisti a Roma. “Il terzo mandato dà la possibilità a un cittadino di scegliere un bravo sindaco e un bravo governatore. Secondo me, è un peccato che Forza Italia non ci stia, però non posso obbligare qualcuno a fare qualcosa controvoglia. Sicuramente non cambio la legge sulla cittadinanza, che è qualcosa che gli italiani non vogliono”, ha aggiunto Salvini.
Salvini ha anche parlato dello sciopero nazionale di ieri, 20 giugno, in cui, tra l’altro, una delegazione di metalmeccanici ha bloccato la tangenziale di Bologna. “Il diritto allo sciopero e alla manifestazione è sacrosanto. Quando tu mi blocchi e impedisci di andare a lavoro, in fabbrica, in negozio, a scuola, in ospedale a migliaia di lavoratrici e lavoratori, fai un torto ad altri lavoratori. Quindi ognuno può scioperare, manifestare, presidiare, fare cortei”, ma “se mi blocchi la tangenziale, la ferrovia, una strada, un ospedale, una fabbrica, commetti un reato. Mi sembra molto semplice”, ha affermato.