Nove articoli, dai servizi pubblici locali e regionali al trasporto aereo, dalla sanità alle società tra professionisti, nella bozza del ddl concorrenza visionata da LaPresse. Il provvedimento è atteso all’esame del Consiglio dei ministri atteso oggi pomeriggio.
Cosa prevede il ddl concorrenza
Tra le disposizioni, c’è una misura sulle stazioni di ricarica elettriche, le cosiddette colonnine, per strutturare le procedure di autorizzazione della realizzazione e gestione di infrastrutture di ricarica a soggetti pubblici e privati “in modo da favorire, a parità di altre condizioni, la presenza di una pluralità di soggetti attivi nella gestione delle infrastrutture di ricarica nel territorio comunale”.
La bozza prevede anche, per quanto riguarda le società tra professionisti che “la partecipazione sociale dei professionisti deve essere tale da assicurare a questi ultimi la possibilità di determinare la maggioranza dei due terzi nelle deliberazioni o decisioni, tenuto conto delle regole stabilite per il modello societario prescelto per la costituzione della società”.
“Il venir meno del requisito previsto dal secondo periodo costituisce causa di scioglimento della società e il consiglio dell’ordine o collegio professionale presso il quale è iscritta la società procede alla cancellazione della stessa dall’albo, salvo che la partecipazione sociale dei professionisti sia ristabilita nel termine perentorio di sei mesi. Sono fatte salve le disposizioni speciali previste negli ordinamenti di singole professioni”.
Pene più severe per uso e vendita di cosmetici
Pene più severe in materia di cosmetici a tutela della salute. Il testo prevede l’estensione della reclusione da uno a cinque anni, con multa non inferiore a mille euro, oggi prevista per chi chiunque produce, vende o mette in commercio prodotti cosmetici che, “nelle condizioni d’uso normali o ragionevolmente prevedibili, possono essere dannosi per la salute umana” anche per “chiunque fa un impiego professionale di un cosmetico con modalità difformi dalle indicazioni presenti nella relativa etichettatura, in modo che ne derivi un pericolo alla salute”. Inoltre al distributore che non rispetta gli obblighi di verifiche si impone una multa da 10mila o 50mila euro, c e scatta anche per chi non ottempera agli obblighi previsti.