Il presidente ha ricevuto i candidati al Premio, la consegna questa sera in diretta su Rai1
In occasione dei David di Donatello 2025, la cui assegnazione si svolgerà questa sera al Teatro 5 di Cinecittà e in diretta su Rai1, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto tutti i candidati al Quirinale. Mattarella ha anche ricevuto un premio speciale per il 70esimo anniversario dei David. Nel suo discorso ha chiesto che il cinema non sia lasciato solo dalle istituzioni. “È questo un incontro atteso e, per me, gradito – ha detto Mattarella – che in quest’anno raggiunge il significativo traguardo del settantesimo anniversario. I premi David di Donatello rappresentano la festa del cinema italiano e il suo ideatore, Gian Luigi Rondi, volle incardinare, in questa giornata, la presentazione al Quirinale delle rose dei finalisti. Era un modo per rimarcare ancor più il valore del cinema e l’attenzione necessaria delle istituzioni verso un settore di così grande rilievo per la cultura, la società, l’economia, e per la stessa immagine dell’Italia. Attenzione confermata dal ministro Alessandro Giuli, che ringrazio”.
Mattarella: “Il cinema rafforza la democrazia”
“Il cinema è organo vitale delle nostre comunità. Nei suoi molteplici generi, ha contribuito a raccontare la nostra storia, a scriverla, a interpretarla. Con emozioni e immagini, con verità e fantasia, con i volti che sono impressi nella nostra memoria. Il cinema ha contribuito a formare l’identità degli italiani; ha aiutato a sviluppare una lingua comune, a far maturare una coscienza civica, e dunque a rafforzare le basi della nostra libertà e della nostra democrazia“, ha detto il presidente, sottolineando poi: “A pochi giorni dall’ottantesimo della Liberazione torna alla mente ‘Roma città aperta’, capolavoro di Roberto Rossellini, che aprì la finestra su un’Italia che voleva ripartire. In quel 1945 le risorse erano scarse, il Paese da ricostruire. In quell’anno vennero prodotti soltanto 25 film. Ma il cinema ha subito ripreso a camminare velocemente insieme alla società. A camminare nella libertà. Presentando al mondo l’originalità e la creatività italiana”.
“Il cinema alleato della libertà dei singoli”
“Il cinema è cambiato. E cambierà ancora. Evolvono gli strumenti, mutano i gusti, le strutture narrative, le percezioni stesse delle immagini. Viviamo un tempo in cui tanto si sussegue con tale rapidità da risultare a volte quasi incomprensibile, come una Babele. Ma quel che si deposita, quel che riesce a fermarsi nelle coscienze trasmette valori, significati, pensieri che acquistano, se possibile, ancora maggiore importanza. La cultura e, in essa, il cinema è capace di lasciare tracce sotto la superficie. E dunque può essere uno strumento decisivo, un alleato della libertà dei singoli e delle comunità nell’affrontare il cambiamento d’epoca, nel comprenderlo, e dunque viverlo senza subirlo passivamente”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della cerimonia di presentazione dei candidati ai Premi ‘David di Donatello’. “La consapevolezza delle proprie radici e, insieme, il desiderio di innovare, di sperimentare il nuovo, sono tratti essenziali del cinema. Questo, credo, sia il senso dei premi alla carriera e dei premi speciali, che il David tradizionalmente assegna”.
Il presidente “perplesso” per il premio: “Ho pochi meriti”
Mattarella si è detto “perplesso” per il conferimento di un premio speciale anche a lui: “Ringrazio l’Accademia del David per avermi conferito il Premio speciale del settantesimo anniversario. Conserverò con affetto questa statuetta. Confido che alla notizia ero piuttosto perplesso, avendo pochissimi meriti da rivendicare, forse nessuno, nel mondo del cinema. L’ho accettato, soltanto quando ho saputo che era stato conferito a tutti i miei più prossimi predecessori e l’ho, quindi, avvertito come un premio non rivolto alla persona del Presidente ma alla istituzione Presidenza della Repubblica. Istituzione che comprende il valore civile e culturale del cinema e quanto esso costituisca un asset, prezioso e consistente, non solo per l’economia e l’occupazione, ma anche per disegnare e promuovere l’identità italiana nel nostro Paese e nel mondo”.
“Il cinema ha vinto la sfida dell’integrazione con altre piattaforme”
Nel suo lungo discorso, il capo dello Stato ha toccato anche il tema dell’integrazione del cinema con i nuovi mezzi di comunicazione. Un sfida vinta, secondo Mattarella, che ha detto: “Il testimone del cinema passa di mano in mano. E le professionalità che lo animano si arricchiscono anch’esse sempre di più. Con gli attori, i registi, i produttori – i più conosciuti e amati dal pubblico – ci sono tante persone oggi indispensabili per fare buon cinema. Anch’essi creatori di cinema. Per fortuna, noi italiani annoveriamo eccellenze in molti di questi ambiti e la nostra qualità è riconosciuta, ammirata, ricercata. Si temeva qualche anno fa che la televisione, e poi il web, il moltiplicarsi delle piattaforme, avrebbero compresso il cinema, il suo linguaggio, il suo ruolo artistico e culturale. Oggi possiamo registrare che il cinema ha vinto la sfida dell’interdipendenza o, se si vuole, dell’integrazione con altre piattaforme, della ‘contaminazione’ con altri linguaggi. Ha elaborato nuovi canoni, ha inventato nuovi generi, non è rimasto uguale a se stesso, è stato capace di portare la sua cultura narrativa e l’esperienza maturata nei decenni in un sistema audiovisivo più ampio”.
“Le nuove sfide non spaventano”
“Nuove generazioni di registi, di autori, di attori – una qualificata rappresentanza è presente qui oggi – diventano, con passione, come ripete la presidente Detassis, protagonisti del grande schermo ed entrano nel cuore delle persone, si fanno conoscere in Europa e nel mondo, arricchiscono le nostre vite”, ha sottolineato tra l’altro il presidente. “Le nuove generazioni del cinema possono avere maggiore facilità nel comunicare con le nuove generazioni di cittadini, che vivono in un contesto dove linguaggi ed emozioni sono sottoposti a trasformazioni così rapide. Le sfide non possono spaventare. Ricordare il nostro passato, le nostre radici serve anzitutto per porre luce sul futuro. Un futuro che – come sempre – è già cominciato“.
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