Domodossola, comune del Verbano Cusio Ossola, ha ridimensionato la festa del 25 aprile, eliminando anche la banda. Si tratta del Comune che è stato centrale nella Resistenza italiana in queste zone, sede della storica Repubblica dell’Ossola, repubblica partigiana d’Italia.
Piovono critiche anche da sinistra: “Esprimiamo sconcerto e profonda preoccupazione per la decisione del Governo di celebrare il 25 aprile in tono ‘sobrio’. La Festa della Liberazione non è una ricorrenza come le altre: è la pietra angolare della nostra democrazia, il giorno in cui l’Italia ha ritrovato la dignità e la libertà dopo l’occupazione nazifascista. Celebrarla ‘sobriamente’ significa svilire il senso profondo di una memoria collettiva che ha permesso al nostro Paese di rinascere dalle macerie della guerra e della dittatura” dicono in un comunicato congiunto Pd, Avs, M5S e Italia Viva del Vco.
“Riteniamo che il ricordo del Pontefice non sia in contraddizione con la necessità di onorare con forza e partecipazione il 25 aprile. Anzi, proprio il suo messaggio di pace, giustizia e solidarietà rende ancora più attuale il significato della Liberazione. Non possiamo quindi condividere nemmeno la decisione di alcune amministrazioni locali, anche nel Verbano Cusio Ossola, di ridimensionare le celebrazioni o di limitarsi a momenti simbolici. Si tratta di scelte che rischiano di indebolire la memoria pubblica e di cedere terreno a una visione revisionista e ambigua della nostra storia – dicono ancora – Perché la libertà si celebra a voce alta, non in silenzio“.
Anche l’Anpi ha criticato la scelta di Domodossola di cancellare corteo e banda per il 25 aprile.
“Celebrare il 25 aprile in tono minore è un errore – dice Riccardo Brezza, del Pd di Verbania – Dispiace vedere amministrazioni locali come Domodossola scegliere di ridurre le celebrazioni. In tempi difficili la memoria della Resistenza va affermata con chiarezza. Il Pd del Vco sarà in piazza con chi crede nei valori della democrazia”.
Anche Giuliana Sgrena attacca il sindaco di Domodossola Pizzi per aver ‘annullato’ gli eventi clou del 25 aprile dopo che sono stati indetti 5 giorni di lutto per Papa Francesco. “Servi sciocchi della Meloni. La premier ha indetto un lutto di cinque giorni – mai avvenuto in passato – per la morte del papa. Ne ha approfittato per bypassare il 25 aprile, visto che ha dovuto rinviare il viaggio in Azerbaigian previsto a partire proprio dal 25 aprile. Non ci aspettiamo dalla Meloni che rinneghi il fascismo e celebri la liberazione, ma che il sindaco di Domodossola, figlio di un partigiano, di una città medaglia d’oro della resistenza. sì” scrive su Facebook la giornalista e scrittrice.
“È una vergogna l’annullamento del corteo nell’80 anniversario della liberazione. L’Ossola è stato uno dei primi territori italiani liberati e il primo a darsi una costituzione e una amministrazione democratica. Non possiamo accettare l’oblio, il revisionismo sulla nostra storia. Lo dico da figlia di partigiano che mi ha trasmesso i valori della lotta di liberazione. Celebrare il 25 aprile non è una scampagnata, non è un rave party, non è fare il tifo per una squadra – che pure in questi giorni si è fatto -, è celebrare il fondamento della nostra libertà, della democrazia. Quali sono le ragioni per non celebrarle? Lo chiedo a lei sindaco Pizzi“, conclude.