Seconda giornata a palazzo Giustiniani per l'evento 'Le sfide del servizio pubblico'

Il caso Report rompe per qualche ora l’idillio a palazzo Giustiniani dove è andata in scena la seconda giornata dell’evento ‘Le sfide del servizio pubblico’, promosso dalla presidente della commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia. Il clima si accende quando a prendere la parola è la vicepresidente della Vigilanza, Augusta Montaruli, che – parlando del ruolo del servizio pubblico – implicitamente richiama la puntata di Report che si è occupata, tra le altre cose, di Antonella Giuli, sorella del ministro della Cultura. “Rispetto alle ultime vicende di Report mi sono resa protagonista di un esposto all’Agcom”, ha affermato Montaruli. “Non ritengo ci fosse un diritto al silenzio” ma che il programma “si sia sottratto dalla necessità di dare in quel contesto la possibilità di una risposta, di una rettifica, ed è lì che sta la violazione”. Non parole pronunciate a margine dell’evento ma dal palco.

La replica: “Usa il suo ruolo per attaccare una trasmissione”

“È veramente triste che Augusta Montaruli utilizzi il suo ruolo istituzionale ed un pulpito importante come quello degli Stati Generali per attaccare una trasmissione del Servizio Pubblico come Report”, è stata la replica di Dolores Bevilacqua, componente della Vigilanza per il Movimento 5 Stelle. “È interesse degli spettatori e dei cittadini sapere se si sta svolgendo correttamente un incarico istituzionale”, ha sottolineato a LaPresse il segretario generale dell’Usigrai, Daniele Macheda, che in precedenza aveva parlato di “silenzio preoccupante” della Rai “quando si tratta di difendere il lavoro del giornalismo di servizio pubblico e di inchiesta. Non ho sentito una parola dall’azienda a difesa del lavoro di ‘Report’“. Un altro caso alla voce Report in agenda Agcom, il cui consiglio la settimana prossima discuterà l’esposto presentato da Gasparri sulla presunta violazione della par condicio per l’inchiesta sulla Liguria.

Divisioni Lega-Forza Italia sul canone

Come già nella prima giornata, gli Stati generali hanno affrontato i principali argomenti dell’universo Rai. Il canone resta un argomento caldo, per le note divisioni in maggioranza. Da Pechino, Antonio Tajani ha ribadito che Forza Italia non voterà la riduzione da 90 a 70 euro prevista da un emendamento della Lega alla manovra perché “non fa parte del programma”. “Negli accordi politici con cui il centrodestra ha vinto le elezioni, c’é la riduzione delle tasse. Di tutte le tasse. E il canone che gli Italiani pagano per la Rai è appunto una tassa”, ha replicato Stefano Candiani, componente leghista della Vigilanza Rai.

Il tema della mission della Rai

C’è poi la mission della Rai. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine degli Stati generali ha sottolineato che l’obiettivo del governo è “quello di garantire finalmente un vero e autentico pluralismo che è il fondamento della peculiarità del nostro sistema di fronte a un dibattito e a un confronto del passato che si basava sulla contrapposizione tra chi aveva occupato la Rai e chi voleva lottizzarla. Oggi siamo impegnati – ha aggiunto – per garantire un pluralismo che è alla base di un sano servizio pubblico per fare della Rai la prima industria culturale del Paese“. Nello stesso tempo, ha detto Urso, “vogliamo che la Rai diventi una vera e propria digital company”.

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