Il ministro parla del processo che sta affrontando a Palermo in un'intervista a Rtl 102.5: "Conte e Toninelli erano entusiasti"

Matteo Salvini non ha alcuna intenzione di patteggiare nel processo Open Arms che si sta svolgendo a Palermo e nel quale rischia fino a sei anni di reclusione. “Conto nell’assoluzione e che un giudice riconosca che bloccare il traffico di esseri umani, salvare vite e difendere confini e sicurezza del Paese sia un dovere e non un reato. Però se ci fosse una condanna, questo vuol dire carcere” e “non ho nessuna intenzione di patteggiare“, ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti, ospite di ‘Non stop news’ su RTL 102.5. L’ex capo del Viminale ha aggiunto che c’era “l’ok di tutti i colleghi, perché gli sbarchi non li bloccavo da solo”. “Politicamente non mollo di un millimetro ma umanamente non c’ero abituato”, ha detto ancora. 

Salvini su Open Arms: “Conte e Toninelli erano entusiasti”

Quando gli è stato chiesto se si sia fatto vivo qualcuno del Movimento 5 Stelle con cui era al governo all’epoca dei fatti Salvini ha precisato: “No, loro hanno perso la memoria. Sia Conte sia Toninelli erano entusiasti“. L’allora ministro dei Trasporti “diceva ‘gli sbarchi li stiamo fermando più per merito mio’ e Conte diceva che eravamo un modello” sull’immigrazione. “Temo che qualche pubblico ministero” e “politici di sinistra stiano facendo un danno all’Italia”.

Salvini: “Io non al Viminale? Qualcuno non ha voluto, non Meloni”

“Perché non sono tornato al Viminale nel Governo Meloni? Perché qualcuno non ha voluto, non Giorgia, ma qualcuno non ha voluto che tornassi a fare il ministro dell’Interno come lo avevo fatto”. Così il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini intervenendo a Rtl 102.5. “Non sono preoccupato” per il processo Open Arms, ha aggiunto, “ma sono dispiaciuto per i miei figli e la mia famiglia visto che a Palermo hanno chiesto 6 anni di carcere per aver fatto il mio lavoro”.

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