La presidente del Consiglio in un'intervista a '4 di Sera': "Governo sta difendendo assegno unico, dal Pd propaganda"

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, difende il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, finito nella bufera per il caso di Maria Rosaria Boccia, imprenditrice campana autodefinitasi consigliera del ministro della Cultura per i Grandi Eventi, salvo essere smentita dal Ministero. Mentre le opposizioni incalzano il ministro affinché spieghi il ruolo di Boccia, che compare spesso nelle foto accanto al ministro e sarebbe stata destinataria di alcune mail del ministero in particolare sul G7 Cultura di Pompei, Meloni dice di aver chiarito la questione proprio con Sangiuliano: “Io ho parlato con il ministro Sangiuliano soprattutto per le questioni che interessano il profilo del governo: il ministro mi dice che aveva valutato la possibilità di dare a questa persona un incarico di collaborazione non retribuito. Poi ha fatto scelta diversa e ha deciso di non dare quell’incarico, per chiarire alcune questioni. Mi garantisce che questa persona non ha avuto accesso ad alcun documento riservato particolarmente sul G7 e soprattutto mi garantisce che non un euro dei soldi pubblici degli italiani è stato speso per questa persona. Queste cose mi interessano per i profili di governo. Il gossip lo lascio ad altri e non credo debba commentarlo io”, ha detto la premier ospite di ‘4 di Sera’ su Retequattro. 

Boccia pubblica sui social documenti G7 e punzecchia Meloni

In risposta all’intervista di Meloni, Boccia ha punzecchiato la premier affermando in una storia: “Questa persona ha un nome, un cognome e un titolo“. Ha pubblicato inoltre due documenti sulla riunione dei ministri della Cultura del G7 di Napoli, in programma dal 19 al 21 settembre, di cui riporta solo l’intestazione. Nel primo si legge “Culture: global public good, global responsability” e nel secondo “Sessioni di lavoro (4 sessioni da 1 ora ciascuna)”.

“Numero occupati più alto da quando Garibaldi unificò Italia”

Nella lunga intervista della premier tanto spazio anche per i temi economici, a partire dalla soddisfazione di Meloni per i dati sul mercato del lavoro. “Penso che siano molto importanti i dati sull’occupazione. Se noi ricordiamo che noi abbiamo adesso il tasso di disoccupazione più basso dal 2008 e il numero di occupati più alto da quando Garibaldi ha unificato l’Italia, che crescono i contratti a tempo indeterminato, quindi contratti stabili, e diminuisce la precarietà, che cresce il lavoro femminile”, ha detto la premier. “Siamo quest’anno nell’export la quarta nazione al mondo per esportazioni, altra cosa che non era mai successa. Il merito grosso di questo è delle imprese, del sistema produttivo, dei lavoratori, della loro determinazione, dei loro sacrifici e della loro creatività. Il governo tenta di aiutarli restituendo un’autorevolezza e una credibilità all’Italia nel mondo, restituendo una stabilità a questa nazione soprattutto in chi deve prendere le decisioni, perché nessuno vuole investire in una nazione nella quale può cambiare tutto ogni giorno e cambia tutto ogni giorno. Ci vuole continuità anche per avere investimenti”, ha aggiunto.

“Slogan di Schlein si smontano con i dati”

Gli slogan sono belli, però poi purtroppo si smontano con i dati. In tema di occupazione, di lavoro povero, di lavoro precario e lavoro femminile, temo per la segretaria del Pd che i numeri smentiscano tutto quello che dice, perché i numeri dicono che in tutti questi fattori le cose vanno meglio di quando al governo c’era la sinistra“, ha aggiunto Meloni. “E mi dispiace francamente che per dover sempre attaccare una sinistra che ha sostenuto nella sua storia di essere vicina ai lavoratori oggi non riesca a gioire del fatto che il salario per i lavoratori aumenta grazie alle nostre iniziative sul cuneo, che il salario delle mamme lavoratrici aumenta grazie alle nostre iniziative sulla decontribuzione, che il numero dei disoccupati diminuisce e che i contratti sono molto meno precari di quanto lo fossero quando al governo c’erano loro. Capisco la difficoltà, non lo vogliono accettare però questo dicono i dati“, ha rimarcato. 

“Sicurezza è mia priorità nei prossimi mesi”

Poi anche i programmi per i prossimi mesi di governo, con Meloni che, rispondendo a una domanda sull’omicidio di Sharon Verzeni, ha detto che la priorità dell’esecutivo è migliorare la sicurezza. “La sicurezza è la mia priorità per questa stagione, dei prossimi mesi. È una materia sulla quale bisogna fare molto di più. Abbiamo fatto già molte cose. C’è un disegno di legge sulla sicurezza che, secondo me, può molto aiutare le forze dell’ordine che dovrebbe essere finalmente approvato in Parlamento nelle prossime settimane e offre molti strumenti in più alle forze dell’ordine“, ha affermato. “Chiaramente il tema dell’immigrazione anche è un tema sul quale bisogna continuare a lavorare con efficacia e la diminuzione degli sbarchi aiuta”, ha aggiunto.

“Basta soldi gettati da finestra, priorità imprese e famiglie”

Poi la manovra economica, con la priorità del governo di spendere le risorse evitando gli sprechi. Servono “politiche economiche serie. Il tema è: noi avevamo poche risorse, le abbiamo concentrate su poche cose veramente importanti. Basta con i bonus a pioggia, basta con i soldi gettati dalla finestra. Per noi era importante aiutare le imprese che assumevano e che assumono, aiutare i salari dei lavoratori, i redditi delle famiglie, la salute dei cittadini. Queste sono state le nostre priorità, queste sono state le questioni sulle quali abbiamo messo i soldi anche in tema di taglio delle tasse. E queste sono anche le materie sulle quali anche in questa legge di Bilancio noi metteremo le nostre risorse. Quanto e come dipenderà dalle risorse che abbiamo a disposizione”, ha detto Meloni. 

“Governo sta difendendo assegno unico, da Pd propaganda”

Meloni ha poi nuovamente respinto le voci secondo cui il governo vorrebbe abolire l’assegno unico per i figli a carico. “Non solo io non ho alcuna intenzione di abolire l’assegno unico. Tutt’altro, lo sto difendendo, il governo lo sta difendendo“, ha dichiarato. “Intanto noi l’abbiamo aumentato: 3 miliardi in più sull’assegno unico in questi anni, riguarda 6 milioni di famiglie. Che cosa accade adesso? La Commissione europea ci apre una procedura di infrazione perché dice che noi dobbiamo dare l’assegno unico anche a tutti gli immigrati in Italia anche quando hanno figli che sono residenti all’estero. Questa previsione, insieme a una serie di altre cose che chiede la Commissione europea, rischia di rendere l’assegno unico insostenibile“, ha aggiunto. “Perché il Pd che con Zingaretti ha detto di essere d’accordo con la Commissione europea non ci dà invece una mano a batterci per difendere questa misura che è fondamentale per le famiglie italiane e che il governo italiano continuerà a confermare e a difendere invece di fare la propaganda sulle notizie inventate da certa stampa?”, ha concluso Meloni.

“Su pensioni minime continuiamo opera di equità”

Tra gli obiettivi dell’esecutivo, anche l’aumento delle pensioni minime. “Le pensioni minime? È una delle nostre priorità, in generale le pensioni basse. In questi due anni noi abbiamo lavorato per una rivalutazione piena di tutte le pensioni che arrivavano fino a 2.270 euro, garantendo che fossero adeguate pienamente al costo della vita, ma abbiamo fatto una rivalutazione al 120% per le pensioni minime, che sono cresciute in modo significativo. L’abbiamo fatto facendo crescere di meno le pensioni che erano molto alte. Un’opera, secondo me, equa che continueremo a fare, perché sicuramente queste persone sono quelle che hanno maggiore bisogno di aiuto da parte dello Stato”, ha affermato Meloni. 

“Con autonomia riunifichiamo Italia, sinistra ha creato disparità”

Infine, Meloni ha difeso la legge sull’autonomia differenziata. “Non è che stiamo spaccando l’Italia, stiamo cercando di riunificarla proprio perché non aver identificato quei livelli minimi delle prestazioni che dovevano essere uguali per tutti ha creato sì la disparita che oggi noi vediamo”, ha detto. “L’Autonomia differenziata non è una legge che sta introducendo questo governo, esiste nella Costituzione italiana da 23 anni, da quando cioè fu fatta la riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001. E chi c’era al governo quando fu fatta questa bella riforma? C’era esattamente la sinistra, che ha introdotto il principio per cui in Costituzione lo Stato poteva dare altre materie da gestire alle Regioni. Solo che hanno introdotto il principio ma non l’hanno mai normato. Che cosa facciamo noi? Normiamo questo principio introdotto da loro. E lo normiamo proprio per garantire che quando l’Autonomia si dovesse realizzare e si realizzasse, in nessun modo possa accadere che questo crea una sperequazione, una differenza, un divario tra alcune Regioni ed altre”, ha sottolineato. “Come lo facciamo? Il presupposto dell’introduzione dell’Autonomia differenziata voluta da questo governo è una cosa che si chiama Livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Significa che noi dobbiamo stabilire su tutto il territorio nazionale qual è il livello minimo di servizi che deve essere uguale per tutti i cittadini, indipendentemente da dove vivono. Perché la sinistra ha introdotto 23 anni fa l’Autonomia, ma non ha pensato a garantire che ci fossero gli stessi servizi per tutti i cittadini”, ha proseguito. 

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata