Muro degli alleati di maggioranza Lega e Fratelli d'Italia. Le opposizioni: "Forza Italia lavori a un'intesa"

Il mondo cambia e continua a cambiare, svegliamoci“: vero che la riforma della cittadinanza “non è nel programma, ma nei programmi di governo non sempre c’è tutto, si possono arricchire” e “non siamo un partito unico, ognuno ha le sue idee”. Il leader di Forza Italia Antonio Tajani insiste sul tema dello Ius scholae – consentendo ai figli degli immigrati di diventare italiani al termine di un “percorso di studi completo” – puntellando il suo posizionamento centrista, pur consapevole di scontrarsi con il muro degli alleati di Lega e Fratelli d’Italia. “Non c’è stata nessuna trasformazione di FI, lo Ius scholae lo voleva già Berlusconi” e “mica ho sentito Schlein per fare un inciucio. Né lavoro a un accordo sottobanco con il Pd. È solo quello che pensiamo, da sempre – ricorda il ministro degli Esteri -. È quello di cui ha bisogno il nostro Paese”. Per Matteo Salvini l’argomento è chiuso perché lo Ius scholae “non è nell’agenda del governo” e “legge che va bene non si cambia”.

Ma cresce il pressing delle opposizioni, che chiedono di vedere il gioco di FI. “Aspettiamo una proposta e un confronto in parlamento, non dichiarazione stampa”, è la replica del Pd a Tajani.”Chi dice che siamo d’accordo con la sinistra dice una panzana totale”, mette le mani avanti il portavoce di FI Raffaele Nevi, che però aggiunge: “Sappiamo bene che l’argomento non fa parte dell’accordo di maggioranza, ma se si apre un dibattito è giusto che ognuno esterni liberamente la sua posizione” e “dare la possibilità di ottenere la cittadinanza a chi ha compiuto il ciclo regolare della scuola dell’obbligo” significa “stare al passo con il mondo reale e favorire un modello virtuoso di integrazione”.

Un accordo sulla carta sarebbe possibile: sono una decina i testi sulla cittadinanza depositati in parlamento dalle opposizioni da inizio legislatura e molti puntano allo Ius scholae, con diverse sfumature, riconoscendo la cittadinanza ai ragazzi al termine di un ciclo scolastico di cinque anni o della scuola dell’obbligo. Un testo di Forza Italia ancora non c’è, ma il dibattito su quello che veniva definito in precedenza ‘Ius culturae‘ ha animato anche la passata legislatura, e gli azzurri con Renata Polverini chiedevano la cittadinanza per i bambini nati in Italia da genitori stranieri, legalmente residenti, al termine della scuola primaria.

Nella stessa direzione vanno le più recenti proposte di Avs, con Luana Zanella, e dal M5s, con Vittoria Baldino, che puntano al riconoscimento della cittadinanza italiana per i giovani con background migratorio nati in Italia o arrivati prima del compimento dei dodici anni che risiedano legalmente e che abbiano frequentato regolarmente almeno cinque anni di studio nel nostro Paese. E quelle di Azione, con Ettore Rosato, del Pd alla Camera con Paolo Ciani, e al Senato con Simona Malpezzi. Ci sono poi le proposte di legge di Laura Boldrini, Matteo Orfini e Francesco Verducci che puntano invece allo Ius soli, su cui le posizioni sono distanti anche tra i partiti di minoranza.

“Lo Ius scholae è la proposta attorno alla quale si può costruire una maggioranza in Parlamento”, sottolinea il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli. “L’apertura di Tajani sul tema dello Ius Scholae è un segnale importante”, riconosce Angelo Bonelli (Avs), che chiede al leader di FI di lavorare a una intesa con le opposizioni. “Aspettiamo che venga depositata una proposta e che si apra un confronto in Parlamento”, dice a LaPresse Irene Manzi, responsabile Scuola della segreteria Pd. “Noi – ricorda Manzi – abbiamo depositato diverse proposte di legge, sostenuto anche il tema dello Ius soli. Sarebbe importante aprire un confronto, e ci auguriamo che non sia solo con dichiarazioni a mezzo stampa. Al di là degli accordi di maggioranza, che qualcuno oggi ricorda, la realtà è più avanti della legislazione”. 

Romeo (Lega): “Insistenza Tajani rischia minare seriamente stabilità governo”

Lo ius scholae “non è nel programma elettorale di centrodestra, non è una priorità e non è nell’agenda di governo quindi è chiaro che si fatica a capire i colleghi di Forza Italia. L’insistenza di Tajani non è che infastidisce tanto la Lega, che ha una sua posizione chiara e ribadisce il suo no, ma visto che offre una sponda alle opposizioni su questa tematica rischia di minare seriamente la stabilità del governo, sinceramente a che pro facciamo fatica a comprenderlo”. Così il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, ospite della trasmissione ‘4 di sera’ su Rete4. “Cosa fanno, presentano una proposta di legge in Parlamento e l’approvano con i voti della sinistra? Che cosa potrebbe capitare? – domanda quindi Romeo facendo riferimento a Forza Italia -. Sinceramente troviamo un po’ curiosa questo questa insistenza. Insistere in questa direzione non so dove possa portare”, conclude il leghista ribadendo che “la cittadinanza non è uno strumento per integrare, a nostro avviso la cittadinanza è l’approdo finale di un percorso di integrazione. Quindi ci vuole comunque un lungo periodo nel quale si crea questo legame, questo vincolo stretto tra l’individuo e lo Stato”. 

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