Lega e Forza Italia difendono il governatore della Liguria, Giovanni Toti, agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione nell’ambito di una maxi-inchiesta a Genova. Freddezza, invece, da Fratelli d’Italia, anche se oggi dal partito filtra più prudenza dopo il passo in avanti a caldo del coordinatore regionale e deputato, Matteo Rosso, che non aveva escluso l’eventualità di dimissioni del presidente della Regione e, quindi, a cascata le elezioni anticipate. Sta di fatto che dopo la prima riunione della giunta all’indomani del terremoto giudiziario, guidata pro tempore dal leghista Alessandro Piana, vicepresidente e ora facente funzioni, l’intenzione ribadita è quella di proseguire con il lavoro e l’attività amministrativa in corso.
“Esprimiamo il pieno sostegno al vice presidente Alessandro Piana, alla Giunta e alla maggioranza in Consiglio regionale che la sostiene. Gli eventi che hanno coinvolto di recente l’amministrazione non possono cancellare l’impegno e il lavoro con cui la maggioranza ha governato la Regione. Le sfide e le responsabilità da affrontare ogni giorno richiedono la stessa determinazione. Ribadiamo quindi il nostro sostegno nella sua capacità di amministrare la nostra regione”, dichiarano in una nota Ilaria Cavo (Lista Toti-Noi Moderati), Matteo Rosso (FdI), Edoardo Rixi (Lega), Carlo Bagnasco (Forza Italia).
Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, considera le dimissioni “una resa, perché domani qualunque inchiesta, avviso di garanzia o rinvio a giudizio porterebbe alle dimissioni di un sindaco o di un amministratore”. “Non sono in condizione di suggerire niente a Giovanni, che ritengo un ottimo amministratore. In Italia e in tutti i Paesi civili – sottolinea – qualcuno è colpevole se condannato in tre gradi di giudizio. Non basta un’inchiesta, lo invito a dimostrare che ha lavorato correttamente e spero che i giudici gli diano con velocità la possibilità di farlo”. E non finisce qui. Sulla tempistica dell’inchiesta è sibillino: “Se un’inchiesta è durata quattro anni, avranno avuto i loro motivi per chiuderla adesso. Però non commento”.
Dal canto suo, il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, la fa breve: “Nessun imbarazzo. Io sono garantista come per tutti e sono convinto che farà di tutto per dimostrare l’estraneità ai fatti di cui è accusato”. E sull’ipotesi di elezioni anticipate rimarca: “È una cosa che riguarda i cittadini della Liguria. Non strumentalizziamo le vicende giudiziarie, vediamo che cosa accade. Ma non mi pare un motivo per decidere adesso di andare a votare. Non deve essere strumentalizzato nemmeno da quei partiti che sono in difficoltà e sperano di recuperare con delle elezioni anticipate. Serve prudenza”. E il responsabile nazionale organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, ragiona: “Toti dice che non ha nessun coinvolgimento e lo dimostrerà, quindi diamoci il tempo di vedere esattamente cosa emerge”. “Rimane – continua – la presunzione di innocenza. Toti ha dichiarato che riuscirà a dimostrare la sua estraneità a qualsiasi accusa e ovviamente c’è fiducia anche nella giustizia italiana. Quindi, siccome ho fiducia sia in lui sia nella giustizia, Toti riuscirà a dimostrare all’interno del sistema giudiziario la sua estraneità a qualsiasi accusa”. Donzelli, quindi, chiarisce: “Noi da questo punto di vista siamo molto lineari. Chiediamo la massima chiarezza in questo caso esattamente come l’abbiamo chiesta in Puglia e in Piemonte”.
Prosegue, intanto, il pressing delle opposizioni. “La politica deve avere un colpo di reni, un sussulto di dignità. Non possiamo lasciare che la magistratura faccia il suo corso e la politica rimanga indifferente. Altrimenti i cittadini non recupereranno più la fiducia nella classe politica”, è il pensiero del presidente del M5S, Giuseppe Conte. Che analizza: “Abbiamo posto il problema della corruzione e della contaminazione mafiosa già agli inizi di dicembre, quando abbiamo posto la questione morale. Nessuno ci ha ascoltato. Adesso le inchieste giudiziarie, dalla Puglia alla Liguria, dal Piemonte alla Sicilia, confermano un problema diffuso”. Di tutt’altro avviso, invece, il leader di Matteo Renzi. “Su Toti, noi siamo garantisti”, ribadisce nella Enews. “E lo siamo con gli avversari politici anche se costa fatica. Perché a fare – scrive ancora – i garantisti con gli amici sono bravi tutti. Il vero garantismo è quello che applica la Costituzione sempre, anche quando non fa comodo. Io gli avversari voglio mandarli a casa con le elezioni, non con le inchieste”