Primo maggio, Landini: “Repubblica fondata non sul lavoro ma sullo sfruttamento”

Primo maggio, Landini: “Repubblica fondata non sul lavoro ma sullo sfruttamento”
Maurizio Landini segretario CGIL alla protesta delle donne dei Sindacati CGIL e UIL davanti al palazzo del Senato per protestare contro la presenza delle associazioni antiabortiste nei consultori inserita con un articolo di attuazione del PNRR – Cronaca – Roma, Italia – Martedì 23, Aprile 2024 (foto Cecilia Fabiano / LaPresse) Maurizio Landini CGIL secretary at the women’s of the CGIL and UIL trade unions demonstration in front of the Senate building to protest against the presence of anti-abortion associations in the public clinics for the women’s health included in an article implementing the PNRR – News – Rome, Italy – , Tuesday , 23 April , 2024 (photo Cecilia Fabiano / LaPresse)

I sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil riuniti in occasione della Festa dei Lavoratori a Monfalcone: “Dal governo solo marchetta elettorale, avanti con la lotta”

I sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil riuniti in occasione del Primo Maggio a Monfalcone. “Oggi non siamo una Repubblica fondata non sul lavoro ma sullo sfruttamento e sulla precarietà. Dobbiamo cambiare questa situazione” ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco del 1 maggio sindacale, quest’anno a Monfalcone.

“Quello che il governo ha fatto ieri lo considero una marchetta elettorale” sottolinea il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dal palco del 1 maggio sindacale, quest’anno a Monfalcone. “Non può essere che noi abbiamo l’inflazione che ha decimato i nostri salari e, anziché tassare i profitti e combattere l’evasione fiscale, si continui a tassare il lavoro e le pensioni dando poi delle mance”, incalza Landini, sottolineando che anche gli incentivi alle imprese sono “soldi nostri, non di qualcun altro, e in un Paese dove il 95% dell’Irpef pesa su lavoratori e pensionati non si possono spendere i soldi a cavolo ma si deve tutelare il lavoro“.

Le politiche economiche e sociali messe in campo dunque “vanno nella direzione sbagliata e dobbiamo intensificare la nostra lotta e la nostra mobilitazione“, afferma ancora il leader di Corso d’Italia, assicurando che “vogliamo batterci finché la nostra Costituzione non sarà applicata, e lo faremo con qualsiasi strumento democratico, anche il referendum se necessario”.

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