Massimiliano Romeo chiarisce che il Carroccio presenterà l'emendamento già bocciato in commissione Affari Costituzionali
La Lega tiene il punto e in Aula al Senato si riprorrà la battaglia sul terzo mandato. “Sono i territori a chiederci di portare avanti questa battaglia di democrazia. È giusto dare ai cittadini la possibilità di poter scegliere liberamente chi votare. A maggior ragione se si tratta di un candidato uscente che ha ben governato“. Al termine di una giornata di incertezza (e di “stiamo valutando”), è il capogruppo Massimiliano Romeo a chiarire che la Lega ripresenterà in Aula l’emendamento per consentire ai presidenti di Regioni tre mandati, già bocciato tre settimane fa in commissione Affari Costituzionali.
La deadline per presentare le proposte di modifica al decreto Elezioni da mettere al voto in Aula è fissato per il 13 marzo, poi il provvedimento che fissa l’election day, estende il numero dei mandati per i sindaci dei piccoli comuni e regola in via sperimentale il voto per gli studenti fuorisede verrà messo ai voti. Sul provvedimento non dovrebbe essere posta la fiducia, gli emendamenti verranno quindi votati uno a uno, con il risultato di arrivare a una nuova conta sul terzo mandato. Pur certi della bocciatura, la Lega è infatti intenzionata a insistere su quella che è ormai una battaglia di bandiera. I numeri non ci sono, a maggior ragione considerato che anche il Pd, dove si è aperto un dibattito, ha chiarito che dirà no alla proposta qualora ripresentata. In mattinata, ieri, i gruppi del Pd si sono riuniti per fissare la linea: presentare un ordine del giorno, che impegni il Governo a fare una riforma “complessiva e organica” degli enti locali, bocciando – come già avvenuto in commissione – l’emendamento ‘salva Zaia’ per consentire il terzo mandato ai governatori se la Lega dovesse ripresentarlo in aula. I capigruppo Chiara Braga e Francesco Boccia porteranno la proposta di odg al Nazareno per un ulteriore approfondimento e una sintesi con il gruppo di lavoro e con il responsabile Enti locali Davide Baruffi.
“Su questo tema la maggioranza ha fatto un gran disastro, il tema va affrontato in modo complessivo. Vogliamo che sia una riforma, non un pasticcio”, ha detto Boccia al termine della riunione. Lo scorso 22 febbraio, in commissione Affari costituzionali, i dem hanno votato contro l’emendamento presentato dalla Lega per il terzo mandato ai governatori, contribuendo alla sua bocciatura, ma l’ala riformista del partito si era detta “amareggiata” e aveva invocato “un percorso di unità su una riforma complessiva degli enti locali”. Il senatore Alessandro Alfieri chiede di aprire un confronto con sindaci e governatori. La Lega prova a riaprire i giochi: “L’unica novità – rimarca il senatore Paolo Tosato – è il vivace dibattito all’interno del Pd che in commissione ha votato contro il terzo mandato ma che dalle dichiarazioni dei suoi governatori e sindaci sembra favorevole. Vedremo quale posizione prevarrà. Quella degli amministratori locali o quella della segreteria nazionale del partito?”. Intanto i dem chiederanno di stralciare le norme che incidono sullo statuto degli enti locali: “Lo riteniamo un fatto grave, scomposto, che crea caos perché ci ritroviamo con l’eliminazione dei limite dei mandati per i comuni sotto i 5mila abitanti, tre mandati fino a 15mila, e con due mandati per i comuni più grandi”, sottolinea Boccia, “e chiediamo ai partiti di maggioranza di votare con noi. Aver modificato il Testo unico degli Enti locali con un decreto è gravissimo”. Una richiesta che per l’esecutivo è irricevibile. “Premettendo che la decisione spetta al Senato e al suo presidente, per quanto riguarda il Governo siamo contrari allo stralcio. Anche perché sarebbe tecnicamente impossibile trattandosi di norme già in vigore”, replica il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata