La Corte d’Appello di Milano ha inaugurato il nuovo anno giudiziario. La cerimonia si è svolta nell’aula magna del tribunale del capoluogo lombardo. “Un popolo che non crede nella propria giustizia si rassegna fatalmente ad accettare quella del più forte. La crescente disaffezione civile e culturale per la giustizia non può essere percepita come un incendio al di là del fiume, ma come un agente corrosivo delle basi democratiche del Paese”, ha detto il numero uno della Corte d’appello Giuseppe Ondei davanti a un’aula gremita di magistrati, rappresentanti di istituzioni e forze dell’ordine. Presente, tra gli altri, anche il presidente del Senato Ignazio La Russa.
“Non risulta tollerabile” che la “penuria di personale” nel distretto giudiziario di Milano sia ormai “cronica” ed è “assolutamente necessario attivare un piano di assunzioni che faccia arrivare nei nostri uffici assistenti, cancellieri e dirigenti amministrativi”, ha detto Ondei. Serve “procedere, come disposto recentemente dal Ministero seppur in modo limitato, all’assunzione della seconda tranche dei funzionari dell’Ufficio per il processo” ma “prima ancora bisognerebbe capire che tipo di personale vogliamo, per fare cosa, con quale livello di formazione e con quale rapporto con il processo di digitalizzazione, magari assicurando anche incentivi per le sedi non appetibili”. Il presidente della Corte d’appello di Milano riconosce le “assunzioni massicce e senza precedenti” attuate negli ultimi anni dal Ministero della Giustizia “ma è altrettanto vero che queste assunzioni a stento sono riuscite a far fronte al massiccio esodo di decine di migliaia di addetti del personale giudiziario andati in pensione o vincitori di altri concorsi”.
“Il magistrato non può mai essere sanzionato soltanto per aver svolto una normale attività interpretativa” delle leggi. Queste le parole di Ondei in merito alla vicenda di Artem Uss, l’imprenditore russo evaso dai domiciliari in attesa di estradizione negli Stati Uniti a marzo dello scorso anno, e alla decisione del ministero della Giustizia di sottoporre a “procedimento disciplinare tre giudici della Corte d’appello, incolpandoli di ‘aver esercitato le funzioni giurisdizionali senza prendere in debita considerazione circostanze che, se opportunamente ponderate, avrebbe potuto portare ad una diversa decisione'”.
“Viviamo una bulimia riformatrice, in cui una grande riforma divora la precedente, già dimenticata, senza mai considerare i risultati ottenuti, anche per valorizzare i lati positivi e correggere gli altri. Si ignora il principio basilare per cui anche la giustizia, come qualsiasi organizzazione, richiede una relativa stabilità”, ha detto Ondei durante il discorso inaugurale. “La riforma veramente decisiva con cui ci giochiamo il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr sulla giustizia è il nuovo Ufficio per il processo”. “Una grande occasione” sia per “offrire un supporto al magistrato” al “centro e motore di un team che lavora con lui” quanto per il “reclutamento di migliaia di giovani giuristi costituisce” che in un’epoca di “allarmante disaffezione dei giovani per le professioni giuridiche” può creare un “bacino di formazione per una nuova generazione di avvocati, funzionari, dirigenti e magistrati”.
La situazione della sezione immigrazione nel “Tribunale di Milano” è “critica” a “causa dell’impressionante aumento delle procedure in materia di protezione internazionale e di asilo politico”, ha dichiarato Ondei. I procedimenti “in materia di immigrazione” sono aumentati “anche quest’anno del 100%, con conseguente incremento delle pendenze finali” e del momento di emissione del provvedimento che “ha raggiunto la soglia preoccupante dei tre anni”. “La questione è delicatissima se il legislatore non interviene in tempi brevi, per la trattazione di queste cause, indicate come prioritarie, si arriverà a dover distogliere un numero elevato di magistrati dall’esercizio della giurisdizione ordinaria, quella che interessa tutti i cittadini comuni, con conseguente rilevante aumento dei tempi di giustizia”.
“Non vi è processo giusto senza adeguato esercizio di diritto di azione e di difesa”. Così il presidente della Corte d’appello di Milano. Ondei ha parlato di “piena consapevolezza che l’avvocato svolge un ruolo insostituibile nel processo”.