Quattro punti su cui lavorare per una proposta unitaria sulla sanità pubblica, in vista della legge di Bilancio: dopo le dichiarazioni dei leader questa estate alle feste di partito, le opposizioni si concentrano su una nuova battaglia comune – sul modello del salario minimo – a sostegno del Sistema sanitario nazionale. Nelle ultime ore si è tenuta una girandola di colloqui preliminari su iniziativa del Pd, con le singole forze d’opposizione (tranne, al momento, Italia Viva), che potrebbero preludere a un incontro “tutti insieme” la prossima settimana, anche con il Movimento 5 Stelle.
“Quando il governo taglia risorse alla sanità pubblica, lo spazio del pubblico si restringe e si allarga quello del privato. Chi ha il portafogli gonfio salta la fila. Ma è chiaro che così non abbiamo futuro” è la premessa da cui parte la segretaria del Pd Elly Schlein. Per Azione occorrono in legge di Bilancio 10 miliardi per il Sistema sanitario nazionale: tanto – stima il partito – serve per smaltire le liste di attesa, fare nuove assunzioni e adeguare gli stipendi alla media Ocse. “Si conferma l’esistenza di punti in comune su cui lavorare”, sintetizza Marina Sereni, responsabile sanità della segreteria Pd, al termine del suo giro di colloqui. Finanziamento adeguato del Fondo sanitario nazionale, aumento del personale e delle retribuzioni, smaltimento delle liste d’attesa, potenziamento della medicina del territorio anche con le risorse Pnrr, su questo “penso ci siano le condizioni per costruire una proposta comune”. La piattaforma porterà a una proposta di legge o una serie di emendamenti alla legge di Bilancio? “La prossima settimana – risponde Sereni – si discuterà del merito dei contenuti, poi arriverà anche il veicolo”.
“Il modello di lavoro da adottare è quello già felicemente sperimentato per la battaglia a favore del salario minimo. Martedì torneremo ad incontrarci”, spiegano Luana Zanella e Peppe De Cristofaro, capigruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera e al Senato. Carlo Calenda spera di trovare convergenze anche nel governo, cercando di fare “da cerniera”: “Sulla sanità destra e sinistra vogliono dire molto poco, quello che è importante è che la salute è un diritto costituzionale e in questo momento sta venendo meno”. “Mi piacerebbe – aggiunge poi – che sulla sanità Italia viva si unisse“.