Dl Caivano, la bozza: divieto cellulari per minori condannati

Quattordici articoli per contrastare la criminalità giovanile. Il governo presenterà il provvedimento il 7 settembre in Consiglio dei ministri

Quattordici articoli con misure per contrastare la criminalità minorile e il disagio giovanile. È la bozza del cosiddetto ‘Dl Caivano’, che il governo presenterà domani, 7 settembre, in Consiglio dei ministri.

Le motivazioni del testo

Il testo, visionato da LaPresse, nasce, come si legge nell’introduzione, dalla “straordinaria necessità e urgenza di prevedere interventi infrastrutturali per fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile nel territorio del comune di Caivano” e dalla “straordinaria necessità e urgenza di introdurre disposizioni per il contrasto alla criminalità minorile e all’elusione scolastica, e per la tutela dei minori vittime di reato”. Tra le motivazioni, prosegue la bozza, anche le “esigenze di rafforzamento delle misure a tutela del rispetto dell’obbligo scolastico, in relazione all’incremento dell’elusione scolastica soprattutto in specifiche aree del territorio nazionale, ed al valore di incoraggiamento alla devianza che tale fenomeno comporta”. Il testo indica inoltre la “necessità e urgenza di intervenire approntando una più incisiva risposta sanzionatoria, correlandola all’intera durata dell’obbligo scolastico stesso nonché prevedendo misure disincentivanti l’elusione nei confronti degli esercenti la responsabilità genitoriale” e la necessità di “assicurare l’intervento del giudice della famiglia a tutela dei minori coinvolti in gravi reati di criminalità organizzata”. Necessità e urgenza anche “in considerazione delle caratteristiche di maggiore pericolosità e lesività acquisite nei tempi recenti dalla criminalità minorile” per “approntare una risposta sanzionatoria ed altresì dissuasiva, che mantenga l’attenzione per la specificità della condizione dell’autore di reato minorenne, intervenendo sui presupposti di applicabilità delle misure cautelari ed altresì prevedendo un procedimento anticipato, idoneo al reinserimento e alla rieducazione del minore autore di condotte criminose; infine, il dl indica l’urgenza di “rafforzare la tutela, nello spazio cibernetico, delle vittime dei reati commessi per via telematica, ipotesi sempre più frequente tra i minorenni e le cui conseguenze pongono a rischio la salute psichica e la vita di relazione, specie dei coetanei”.

Divieto cellulari per 14enni condannati

Tra le misure all’interno del decreto c’è il divieto di uso totale o in parte di cellulari o utilizzo di piattaforme e servizi online per i minori che hanno compiuto i 14 anni se raggiunti da avviso orale da parte del questore e “condannati, anche con sentenza non definitiva, per uno o più delitti contro la persona, il patrimonio ovvero inerenti alle armi o alle sostanze stupefacenti”. Il divieto, si legge nella bozza, non può superare i due anni.

Daspo urbano e avviso orale anche per minorenni

I minorenni che hanno compiuto i 14 anni potranno essere oggetto anche dei provvedimenti di Daspo urbano e avviso orale del questore.  Il provvedimento, si legge nella bozza, sarà “notificato a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale e comunicato al Procuratore presso il Tribunale dei minori”.

Aumenta carcere per possesso droga ‘lieve entità’

Il provvedimento prevede anche una stretta sulla produzione, possesso e spaccio di droga in caso di “lieve entità”. La pena della reclusione “da sei mesi a quattro anni” viene inasprita “da uno a cinque anni” per la lieve entità in caso di produzione, traffico e detenzione di droga. Pene più severe anche per il porto abusivo di armi: aumenta a tre a 4 anni il massimo dell’arresto per chi “fuori della propria abitazione o delle appartenenze di essa, porta un’arma per cui non è ammessa licenza”.

Vittime reati online possono chiedere oblio a siti e social

Le vittime di reati commessi online possono chiedere la rimozione dei propri dati a siti e social, prevede ancora il Dl Caivano. “La vittima di un reato commesso per via telematica – si legge – può inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi dato personale riguardante i fatti di reato di cui è stato vittima, diffuso nella rete internet, previa conservazione dei dati originali, anche qualora la condotta, da identificare espressamente tramite relativo uniform resource locator (URL), non integri le fattispecie previste dall’articolo 167 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, ovvero da altre norme incriminatrici”. Qualora, “entro le ventiquattro ore successive al ricevimento dell’istanza, il soggetto responsabile non abbia comunicato di avere assunto l’incarico di provvedere all’oscuramento, alla rimozione o al blocco richiesto, ed entro quarantotto ore non vi abbia provveduto, o comunque nel caso in cui non sia possibile identificare il titolare del trattamento o il gestore del sito internet o del social media, l’interessato può rivolgere analoga richiesta, mediante segnalazione o reclamo, al Garante per la protezione dei dati personali”.

Stretta su scuola obbligo, fino a 2 anni carcere per genitori

Inoltre sono previsti fino a due anni di reclusione per chi è responsabile di un minore e omette senza giusto motivo d’impartirgli o di fargli impartire l’istruzione obbligatoria. E il nucleo familiare per i cui componenti minorenni non sia documentata la frequenza della scuola dell’obbligo perde il diritto all’assegno di inclusione

Commissario straordinario per riqualificazione Caivano

Infine, arriva a Caivano un commissario straordinario per la realizzazione di un piano interventi infrastrutturali o di riqualificazione da trenta milioni.  Il commissario sarà nominato con delibera del Consiglio dei ministri e si avvale di una struttura di supporto posta alle sue dirette dipendenze, costituita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e che opera sino alla data di cessazione dell’incarico del Commissario straordinario”. Alla struttura di supporto “è assegnato personale, di livello dirigenziale e non dirigenziale, nel limite di cinque unità, dipendente di pubbliche amministrazioni centrali e di enti territoriali, previa intesa con le amministrazioni e con gli enti predetti, in possesso delle competenze e dei requisiti di professionalità richiesti in materia di ricostruzione, con esclusione del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario delle istituzioni scolastiche”.