L’ex premier Amato torna sulla strage di Ustica dopo le sue parole degli scorsi giorni. “Non ho detto a Macron di chiedere scusa. Che sono scemo? Improvvisamente arriva un italiano che chiede a Macron di chiedere scusa? Dall’intervista sembra che abbia detto una cosa del genere, ma io nell’intervista chiedo a Macron di occuparsi della cosa. Se è fondata, allora deve chiedere scusa” ha detto l’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato, incontrando i cronisti nella sede della Stampa Estera a Roma in merito alla sua intervista sulla strage. “Io non ho ritrattato niente. Non ho mai detto che stavo dando la verità su Ustica. Io ho detto che adottavo e portavo avanti l’ipotesi più fortemente ritenuta, più o meno, credibile tra quel formulate. Specificando che io non avevo alcuna verità da offrire e il mio scopo era quello di provocare, se possibile, un avvicinamento alla verità”, ha aggiunto.
“L’ipotesi più accreditata, che è quella che sia stato un aereo francese, ha davanti a sé una Francia retta non da ottuagenari come me, ma da un giovane che quel giugno del 1980 aveva 2 anni e mezzo, è del tutto estraneo, e ha una prima ministra che nel 1980 era una studentessa. Entrambi hanno manifestato in più modi il desiderio di riappacificarsi con la storia, con se stessi e con gli altri. E questo è un terreno formidabile per fare questo” ha continuato. “Purgatori, con cui avevo lavorato tanto, se n’è appena andato. Altri, che hanno vissuto la vicenda e che hanno la mia età, se ne possono andare. Chi ha guidato degli aerei, al quale potrebbe venire in mente di dire ‘ero io a ronzare attorno al dc9’ se ne potrebbe andare”, ha aggiunto.
“Perchè dovrebbero esserci tensioni con la Francia? Io sono molto amico della Francia. Non condivido la testata di Zidane a Materazzi, e per me questa è l’unica questione ancora aperta. Ma per il resto io ho un rapporto eccellente con la Francia. Le mie parole a Macron sono da amico, non da persona ostile” ha poi sottolineato. “Non mi importa nulla delle sue politiche di oggi, nè dell’una nè dell’altra. La ragione, che ci crediate o no, è che una persona di 85 anni comincia a ragionare avendo in mente qualcosa di diverso rispetto a quello che possono avere i giornalisti che si occupano di cronaca politica. Sono un uomo di 85 anni. Avevo cominciato a pensare che questa ricerca, a cui queste famiglie non rinunciano, sta per arrivare a un tempo in cui diventa irrealizzabile, perchè si muore. Ecco. L’ho fatto per il peso della mia età” ha sottolineato.