Il governatore del Lazio interviene dopo la polemica innescata dalle parole del responsabile della comunicazione della Regione

Francesco Rocca prende le distanze dalle parole di Marcello De Angelis, responsabile della Comunicazione istituzionale della Regione Lazio, finito nella bufera per le sue dichiarazioni sulla strage di Bologna. “Marcello De Angelis ha parlato a titolo personale, mosso da una storia familiare che lo ha segnato profondamente e nella quale ha perso affetti importanti”, ha detto il governatore del Lazio che poi precisa: “Si è espresso sulla sua pagina Facebook da privato cittadino e non nella sua carica istituzionale che, per altro non è quella di portavoce come erroneamente riportato da numerosi giornali. La mia portavoce, infatti, è Carla Cace“.

Le opposizioni sono insorte dopo il messaggio pubblicato da De Angelis sui presunti responsabili del terribile attentato del 2 agosto del 1980, espressi a pochi giorni dall’anniversario. La segretaria del Pd Schlein ne ha chiesto le dimissioni. 

“Il dottore De Angelis è responsabile della Comunicazione Istituzionale della Regione: un ruolo tecnico – aggiunge Rocca – per il quale è stato scelto vista la sua pluriennale esperienza professionale e che non ha nulla a che fare con l’indirizzo politico dell’Istituzione che mi onoro di rappresentare”.

Rocca su De Angelis: “Valuterò il da farsi”

 “Essendo il dialogo il faro del mio operato, valuterò con attenzione nei prossimi giorni il da farsi, solo dopo aver incontrato Marcello De Angelis”. Lo afferma in una nota il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, rispondendo indirettamente a chi sollecita le dimissioni del responsabile della comunicazione istituzionale della Regione, dopo il post su Facebook sulla strage alla Stazione di Bologna.

Rocca: “Le sentenze si rispettano”

“Partiamo dal fatto che le sentenze si rispettano e, vista la mia professione di avvocato, non posso che ribadire questo. La stagione delle stragi in Italia, di cui Bologna è stato l’episodio più straziante, è ancora una ferita aperta per il nostro Paese. La bomba del 2 agosto mirava a sovvertire l’ordine democratico e i valori costituzionali a noi tanto cari. Una pagina di storia dolorosa e segnata da presenze e ombre inquietanti”, scrive ancora in una lunga nota Francesco Roccas.

“Il rispetto per le sentenze – aggiunge – non esime dalla capacità e volontà di ricerca continua della verità, specialmente su una stagione torbida dove gli interessi di servizi segreti, apparati deviati e mafia si sono incontrati”.

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