Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, assicura che entro il 2023 l’Italia potrà contrare sui 35 miliardi della terza e quarta rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza. “La Commissione europea ha approvato le modifiche, creando le condizioni per far passare la quarta rata da 16 miliardi di euro a 16,5 miliardi, avviando una fase che si completerà entro il 2023 e consentirà al nostro Paese di ricevere i 35 miliardi della terza e quarta rata”, ha detto Fitto durante le comunicazioni alla Camera.
Il ministro ha anche detto che il governo lavora per salvaguardare e portare a termine anche gli interventi definanziati. “Le questioni che portiamo all’attenzione del Paese e del dibattito con le organizzazioni di categoria e gli enti locali sono oggettive, e non possono essere semplificate con l’idea che il governo vuole definanziare questo o quell’intervento per chi sa per quali ragioni. Abbiamo un’idea molto chiara: lavoreremo per salvaguardare tutti gli interventi fino in fondo e non ci sarà nessun intervento in questa fase che correrà dei rischi“, ha detto. “La scelta è chiara – ha osservato Fitto -, si può continuare, come io non mi auguro, ad ascoltare una serie di critiche a prescindere, oppure, come mi auguro, poterci confrontare nel merito rispetto alle soluzioni”.
Dopo l’intervento di Fitto, le forze di maggioranza hanno presentato una risoluzione unitaria, chiedendo al governo di “assicurare il pieno coinvolgimento del Parlamento, nonché la leale collaborazione con le Regioni e gli Enti Locali e la continua partecipazione del partenariato economico e sociale nelle fasi successive alla trasmissione di detta proposta e alla sua approvazione da parte del Consiglio”. Il testo impegna anche l’esecutivo “a trasmettere la proposta di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, comprensiva del capitolo RePowerEu, alla Commissione europea“, e a “salvaguardare gli interventi esclusi dal Pnrr all’esito dell’aggiornamento del Piano, utilizzando altre fonti di finanziamento nazionali disponibili a legislazione vigente, anche mediante la riprogrammazione del Piano nazionale complementare, e ricorrendo alle risorse messe a disposizione dalla programmazione 2021-2027 dei Fondi strutturali e del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027″.
La risoluzione è stata approvata con un voto per parti separate. La premessa ha avuto il via libera con 193 sì e 108 no, la restante parte del documento è stata approvata con 207 sì e 110 no. Bocciate invece le risoluzioni delle opposizioni, sulle quali il governo aveva espresso parere contrario.
Dopo la Camera, il ministro per gli Affari Europei ha riferito anche davanti al Senato, dove ha detto: “Non c’è nessun definanziamento, non c’è nessun togliere risorse. Non c’è nessuno che è impazzito. Non c’è nessuna ragione per cui dovremmo togliere risorse contro il dissesto e per la lotta alla mafia“.