Berlusconi, FI torna al lavoro: ok a bilancio ma restano 90 mln debiti

La prima incognita sono i conti ma fino alle prossime europee non dovrebbero esserci terremoti nel partito

All’indomani della scomparsa del suo leader e fondatore, Silvio Berlusconi, e alla vigilia dei funerali di Stato che si terranno oggi nel duomo di Milano, Forza Italia torna al lavoro. Il comitato di presidenza che si tiene al mattino è un segnale per confermare con i fatti quello che tutti i suo esponenti, dal coordinatore nazionale Antonio Tajani in giù, continuano a ripetere: “Andare avanti nel solco tracciato da Berlusconi”. Un’impresa su cui però pesano tutte le incertezze riguardanti il futuro della creatura politica con cui il Cavaliere fece la sua discesa in campo nel 1994: se sopravviverà alla morte del suo capo indiscusso e senza eredi, se la figlia Marina ne prenderà in mano le redini, su quale ruolo avrà la compagna Marta Fascina, mentre nei palazzi si rincorrono le voci sulla possibilità di un partito unico con FdI, o sulla creazione di una nuova forza moderata e liberale che guardi a Matteo Renzi come leader, su scissioni e fuoriuscite.

Intanto la prima incognita sono i conti. Il comitato di presidenza approva il rendiconto dell’esercizio 2022. Il risultato “è migliore del previsto” – viene riferito – con un avanzo di 1 milione di euro. Ma resta l’enorme esposizione debitoria per circa 90 milioni di euro garantita da Berlusconi e quindi, ora, dai suo figli. I quali dovranno decidere se continuare a ‘investire’, economicamente e politicamente, sul partito. Stando ai rumors, dovrebbero continuare a farlo almeno fino alle elezioni europee. Marina Berlusconi, Tajani e lo storico consigliere di famiglia Gianni Letta sarebbero in stretto contatto con la premier Giorgia Meloni. E a quanto filtra, per quest’ultima l’ipotesi di un partito unico sarebbe prematura, così come l’idea di sottrarre al governo la ‘terza gamba’ di FI, utile per gli equilibri interni alla maggioranza e in vista di una vagheggiata alleanza tra conservatori e popolari in Europa.

L’orizzonte resta dunque quello delle europee e fino ad allora non dovrebbero esserci terremoti nel partito. Sempre che non deflagrino tensioni interne. Oggi il comitato di presidenza ha anche ratificato all’unanimità le recenti nomine effettuate da Berlusconi e quelle riguardanti i coordinamenti provinciali e delle grandi città, “ispirate” – sostengono i più maliziosi – da Fascina. Qualcuno, tra i parlamentari, certamente guarda a Fratelli d’Italia. Altri a Renzi, che però continua sostenere di non essere “il royal baby” e che “Berlusconi ha scelto consapevolmente di non avere un erede. Non ha mai considerato l’ipotesi di una successione a sé stesso. E aveva ragione, una personalità come la sua, eccezionale nel senso letterale del termine, non può essere sostituita”. Altri ancora potrebbero intravedere un approdo nella Lega di Matteo Salvini, soprattutto tra i senatori.Al momento sono tutte supposizioni. E, almeno a taccuini aperti, le parole d’ordine sono “andare avanti”. “La cosa che deve fare la comunità di Forza Italia è sicuramente continuare il percorso che lui ha tracciato” e “il sostegno al governo è sempre stato fuori discussione”, assicura la capogruppo al Senato Licia Ronzulli, osservando che “se dovessimo dividerci faremmo un torto a lui”. Sulla stessa linea il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri. “Forza Italia è essenziale nel quadro europeo e in quello italiano. I nostri alleati, in questo momento, hanno numeri importanti, ma c’è bisogno di Forza Italia per quello che rappresenta. Berlusconi è irripetibile ma Forza Italia dovrà proseguire il lavoro politico che Berlusconi ha iniziato e ognuno di noi, secondo le sue capacità, continuerà questo percorso”.