Autonomia, Calderoli: “Intesa andrà in Parlamento”

Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie sulle modalità di approvazione delle intese sulle autonomie regionali

“C’è la necessità di un passaggio Governo-Regioni, dopodiché ci sarà un parere espresso dal Parlamento, l’intesa definitiva andrà in Parlamento e verrà votata dal Parlamento. Quindi non c’è nessuna fuga in avanti o rischio di blitz”. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, ad Agorà Rai Tre, sulle modalità di approvazione delle intese sulle autonomie regionali.

“Io ho fatto una previsione temporale di un anno per l’approvazione della legge di attuazione in Parlamento e un anno per la definizione del Lep, dei costi e dei fabbisogni standard. Da quel momento e solo da quel momento ci sarà la possibilità per una Regione di sottoscrivere una pre-intesa. Quindi stiamo parlando ragionevolmente dell’inizio 2024″, aggiunge Calderoli. 

La legge sull’autonomia regionale è un legge ordinaria, quella su Roma Capitale e la riforma del Presidenzialismo leggi costituzionali che richiedono quattro o più passaggi”. Lo ha spiegato il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, ad Agorà Rai Tre, sulla eventuale concomitanza tra legge sulle autonomie quella su Roma Capitale e sulla riforma del Presidenzialismo. “Quella di cui stiamo parlando – ha specificato Calderoli – è una legge ordinaria che vedrà il prossimo anno per la valutazione da parte del Parlamento sulla legge di attuazione e la cabina di regia nella definizione dei Lep”. 

 “A seconda del tipo di Presidenzialismo scelto è chiaro che cambierà completamente la prospettiva e la logica della legge elettorale” ha aggiunto il ministro per gli Affari regionali e le autonomie.

“Così come si è fatto in tutti gli altri casi ai livelli essenziali, c’è una legge dello Sato, nel caso specifico la legge di Stabilità di quest’anno, che demanda al Consiglio dei ministri l’approvazione di una serie di Decreti del Presidente del Consiglio che vanno a definire questi Lep. E non si può oggi dire che il Dpcm non è uno strumento adatto perché il Lea, cioè i livelli essenziali della sanità, sulla base di una legge del ’92 sono stati definiti con un Dpcm”. Così Roberto Calderoli il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ad Agorà Rai Tre, su come verranno stabiliti i Lep. “I Lepa, cioè in livelli essenziali in ambito ambientale, una legge dello Sato del 2016, e quindi con una guida di sinistra, demanda a un Dpcm la definizione degli stessi. Costi e fabbisogni standard sono sempre stati attuati nel federalismo fiscale attraverso dei Dpcm. E devo ricordare anche che per due anni un governo giallorosso ha gestito tutte le fasi del Covid con dei Dpcm. Quindi non è che quando li fa la sinistra o i 5S sono buoni e sono cattivi quando li fa il centrodestra. Il Dpcm è uno strumento che nasce da una legge e che è quello strumento che ha quella duttilità necessaria per affrontare 23 materie”, ha concluso Calderoli. ”Finché non vengono i livelli essenziali nessuna materia può essere attribuita”.

De Luca: “Senza linea unitaria pronti a guerra durissima”

“Bisogna ritornare a spiegare che senza una linea unitaria non faranno alcun passo in avanti, anzi apriremo una guerra politica durissima”. Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca riferendosi al progetto di autonomia differenziata. “Quando ci siamo incontrati con Calderoli – aggiunge – abbiamo avuto l’acquisizione di alcuni punti pregiudiziali posti dalla Regione Campania a cominciare da quello principale: si discute tra sei mesi, dopo che avremo definito i Lep. La bozza del ministro Calderoli rappresenta un passo indietro preoccupante rispetto a quelle valutazioni fatte qualche giorno fa. Credo che sia molto influenzata dalla scadenza elettorale in Lombardia e in altre regioni”. Poi De Luca incalza: “C’è un rinvio alla spesa storica che doveva essere cancellato, il richiamo al residuo fiscale quindi al trattenimento di flussi finanziari nelle regioni dove questi flussi maturano: c’è il rifiuto nella bozza Calderoli della proposta che noi avevamo avanzato cioè che i Lep siano definiti da un organismo tecnico non politico, noi proponevamo l’ufficio parlamentare di Bilancio, non è che può decidere il Consiglio dei ministri come si definiscono i Lep. 

“Noi abbiamo dimostrato – sottolinea il governatore campano – che siamo pronti ad accettare la sfida dell’efficienza e abbiamo proposto modifiche che si possono fare domani mattina in termini di efficienza e sburocratizzazione ma saremo intransigenti e attestati su una trincea di battaglia politica esplicita e dura se qualcuno pensa di introdurre furbizie o di continuare a penalizzare il Sud”. De Luca poi evidenzia: “Nella bozza Calderoli abbiamo registrato dei passi indietro estremamente pericolosi per quanto riguarda la reintroduzione dei residui fiscali, della spesa storica e del governo politico della materia dei Lep, che dev’essere invece materia di governo da parte di istituzioni terze. Il presupposto di un discorso sull’autonomia dev’essere un’operazione verità sui flussi finanziari che vanno nelle diverse regioni”.

“C’è un passo indietro per quanto riguarda il sistema delle autonomie: vedo elementi di improvvisazione e dilettantismo. Se si dice che l’autonomia si fa a spesa invariata è evidente che si sta dicendo che si mantengono i criteri della spesa storica. Non si capisce che quello che si decide in una regione ha ricadute su tutte le altre e sul sistema delle autonomie, anche dei Comuni, quindi è tempo di fare le persone serie e di evitare prese in giro”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, in relazione al progetto di autonomia differenziata proposta dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli. “Registriamo un passo indietro – ha aggiunto De Luca – dovuto alle scadenze elettorali regionali, rilanciamo il nostro messaggio siamo pronti a misurarci con chiunque sulla sfida dell’efficienza, ma non concederemo neanche una virgola sul tema della penalizzazione del Sud e della rottura dell’unità nazionale soprattutto su scuola e sanità”.