Giorgia Meloni cita alcune delle donne italiane che hanno costruito, con il loro esempio, “la scala” che le ha permesso di salire dove si trova, cioè alla guida del governo. Le cità, però, solo per nome. “Donne che hanno osato, per impeto, per ragione, o per amore”, afferma la presidente del Consiglio nel suo intervento alla Camera prima del voto di fiducia. “Come Cristina (Trivulzio di Belgioioso), elegante organizzatrice di salotti e barricate. O come Rosalie (Montmasson), testarda al punto da partire con i Mille che fecero l’Italia. Come Alfonsina (Strada) che pedalò forte contro il vento del pregiudizio. Come Maria (Montessori) o Grazia (Deledda) che con il loro esempio spalancarono i cancelli dell’istruzione alle bambine di tutto il Paese”, elenca la premier.
“Eppoi Tina (Anselmi), Nilde (Jotti), Rita (Levi Montalcini), Oriana (Fallaci), Ilaria (Alpi), Mariagrazia (Cutuli), Fabiola (Giannotti), Marta (Cartabia), Elisabetta (Casellati), Samantha (Cristoforetti), Chiara (Corbella Petrillo). Grazie! Grazie per aver dimostrato il valore delle donne italiane, come spero di riuscire a fare anche io”, ha continuato Meloni.
“Tra i tanti pesi che sento gravare sulle mie spalle oggi, non può non esserci anche quello di essere la prima donna a capo del governo in questa Nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto, mi ritrovo inevitabilmente a pensare alla responsabilità che ho di fronte alle tante donne che in questo momento affrontano difficoltà grandi e ingiuste per affermare il proprio talento o il diritto di vedere apprezzati i loro sacrifici quotidiani. Ma penso anche, con riverenza, a coloro che hanno costruito con le assi del proprio esempio la scala che oggi consente a me di salire e rompere il pesante tetto di cristallo posto sulle nostre teste”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle dichiarazioni programmatiche nell’Aula della Camera.
Unica donna che prese parte alla spedizione dei Mille di Garibaldi.
Nobildonna, scrittrice e giornalista: fu tra i protagonisti del Risorgimento.
Prima donna ciclista a competere in gare maschili.
Educatrice, pedagogista, medico: il metodo educativo che prende il suo nome è adottato in migliaia di scuole italiane.
Scrittrice, premio Nobel per la Letteratura nel1926.
Prima donna a ricoprire la carica di presidente della Camera (fu eletta per tre volte consecutive e il suo mandato durò quasi 13 anni, il più lungo in assoluto), Iotti fu membro dell’Assemblea Costituente ed entrò in Parlamento già nel 1948.
Bisognerà aspettare invece il 1976 per vedere una donna ricoprire il ruolo di ministro in Italia: fu Tina Anselmi, chiamata da Giulio Andreotti a guidare il dicastero del Lavoro e – due anni dopo – quello della Sanità.
Giornalista e scrittrice, firma storica del Corriere della Sera, fu la prima donna inviata di guerra.
Solo nel 2018, infine, una donna raggiunge lo scranno più alto di Palazzo Madama: è Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Neurologa, premio Nobel per la Medicina nel 1986 e senatrice a vita.
Giornaliste, uccise in servizio. La prima morta a Mogadiscio, in Somalia, il 20 marzo 1994, inviata per il TG3, insieme al suo cineoperatore Miran Hrovatin. La seconda, inviata del Corriere della Sera, fu uccisa, in Afghanistan insieme all’inviato di El Mundo Julio Fuentes, il 19 novembre 2001.
Fisica romana, prima donna alla guida del Cern, nominata direttrice generale dell’Organizzazione europea per la ricerca nucleare di Ginevra nel gennaio 2016.
Prima donna alla guida del ministero della Giustizia, nel governo Draghi.
Prima astronauta donna europea comandante della Stazione spaziale internazionale.
Fu una giovane madre morta a 28 anni dopo aver scelto di non curarsi dal cancro per proteggere il feto che portava in grembo: è stata proclamata serva di Dio dalla chiesa cattolica nel 2018.