L'intervista a LaPresse del presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte
“Un accordo con il Pd anche dopo le elezioni? Mai con questi vertici”. Sull’eventualità di un’alleanza con i dem, il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte chiude la porta all’attuale segreteria dem durante l’intervista rilasciata alla direttrice di LaPresse, Alessia Lautone e ai giornalisti Jordan Foresi e Giuseppe Recchia. Conte si è detto soddisfatto circa l’intesa raggiunta in Senato sul Superbonus e ha sottolineato come il Movimento abbia suscitato un rinnovato interesse tra i cittadini “nonostante i tanti gufi”. E ancora. Sulla logica del voto utile ha detto che è solo questione convenienza e che l’Agenda Draghi è vuota. Spazio anche alla situazione in Ucraina: per Conte è giusto mantenere le sanzioni contro la Russia ma bisogna iniziare a parlare di pace. Infine un passaggio anche sull’endorsement di Trump: “Nessun imbarazzo. Letta poco informato, si rilassi”.
Impossibile accordo con questo Pd
“Con questi vertici del Pd a un tavolo non mi ci siedo“. Così il presidente del M5S, Giuseppe Conte, chiude all’ipotesi di un dialogo con il segretario dem Enrico Letta dopo il voto del 25 settembre. Intervistato nello Speciale elezioni di LaPresse, spiega che “dopo le responsabilità politiche che si sono assunti nei nostri confronti e anche nei confronti del popolo democratico, nessuno si aspetti che possa sedermi a quel tavolo e discutere, perché non c’è assolutamente alcuna fiducia e non accetto di mettere il nostro destino su quel tavolo di fronte un gruppo dirigente che ci ha trattato in questo modo”. E ancora: “Con i cittadini paga la coerenza e la linearità: Letta non può dire non più con i 5Stelle e poi, quando si accorge in piena campagna di avere sbagliato impostazione, dire di voler collaborare con il Movimento. Ormai è troppo tardi e le giravolte non sono credibili” ha aggiunto Conte, rispondendo al segretario del Pd Enrico Letta che ha indicato come interlocutori lo stesso presidente del M5s e il leader di Azione Carlo Calenda.
M5s intransigente
Per un accordo con il Pd dopo le elezioni “non ci sono proprio le condizioni. Siamo gente seria, ci presentiamo con un progetto articolato e saremo ancora più intransigenti nella nuova legislatura. Se prima l’asticella era elevata ora sarà elevatissima”, aggiunge Conte.
Da Pd scelte suicide
Il Pd “in senso assolutamente irragionevole e irrazionale ha fatto scelte suicide”. I dem hanno compiuto “errori politici che sono sotto gli occhi di tutti: abbandonare noi, accreditare il progetto politico di Luigi di Maio vediamo con quale successo, cercare l’alleanza con con Calenda che dice tutto e il contrario di tutto e il cui unico merito è stato quello di riaccreditare Conte con tutta la sua corte”.
Endorsement Trump? Letta poco informato
“Letta ha detto che l’endorsement di Trump è un imbarazzo per me? Letta si è distratto, sa che io ho querelato quell’articolo di giornale? Evidentemente non è informato bene. Comunque l’imbarazzo sarebbe per il fatto che Trump ha detto che sono una brava persona? Nessun imbarazzo, Letta si rilassi“, conclude.
Agenda Draghi vuota
“Anche Calenda adesso parla di variazione di bilancio, ma non ha letto l’agenda Draghi? Non c’è scritto variazione di bilancio nell’agenda Draghi, a parte che è vuota proprio…“.
Draghi poco coraggioso
“Quello che il governo Draghi doveva fare e non ha fatto” sul fronte della crisi energetica “noi lo abbiamo detto a febbraio. Doveva piantarsi a Bruxelles, inchiodare tutti i partner europei a un Energy recovery fund, a una strategia comune. Qui tutti parlano di price cap, ma quello di cui ho parlato io che penso sia più risolutiva è un piano di acquisto comune. Se l’Italia avesse insistito e avesse inchiodato i nostri partner europei a questa necessaria soluzione saremmo diventati il leader mondiale nell’acquisto del gas, avremmo dettato le condizioni contrattuali – sottolinea -. Tutto questo non si è fatto, il governo è stato poco determinato, poco coraggioso. Era chiaro che ci sarebbe stato uno tsunami”.
Contributo Grillo intenso
Il garante del M5S Beppe Grillo molto probabilmente non parteciperà alla chiusura della campagna elettorale del Movimento a piazza Santi Apostoli, a Roma. “Non credo” che ci sarà. “Ci siamo sentiti stamattina e non ne abbiamo parlato. Se volesse venire mi farebbe piacere. Però Santi Apostoli sarà un passaggi finale” e “non darei importanza a questo”, aggiunge Conte, sottolineando che Grillo “sta partecipando attivamente a questa campagna elettorale”, anche se “non va lui nelle piazze”, osserva il presidente pentastellato, e non ci andrà: “direi di no”, conferma Conte, “perché questa campagna elettorale è molto breve e i tempi sono stretti. Ma sta dando un contributo intenso sul programma e molte idee sono il frutto dell sue trentennali battaglie in tema di transizione ecologica. Anche in questo giorni Il suo blog è molto ricco e c’è da parte sua un continuo desiderio di dare un contributo”. Con il fondatore del M5S “non parliamo mai di polemiche, ma di contenuti della campagna e magari di enfatizzare un aspetto rispetto ad un altro”.
Accordo su Superbonus
“L’accordo trovato sul dl Aiuti bis sulla cessione dei crediti legati al Superbonus? Più che una soddisfazione personale, direi che è una soddisfazione per il paese, per lo Stato, per il governo innanzitutto. Poi certo c’è soddisfazione per il M5s visto che fino a venerdì eravamo considerati degli irresponsabili“.
Lega ridicola
Sulla vicenda legata al Superbonus “hanno fatto credere che volevamo bloccare il Dl Aiuti, una falsità e una follia. Avevamo tutti contro, ma adesso scopriamo che finalmente anche gli altri hanno capito in ritardo che il problema esiste”. Per il presidente del M5s “quelle della Lega, che si intesa la soluzione, sono dichiarazioni ridicole, è ridicolo tutto questo. È il teatrino della campagna elettorale. La cosa importante è aver contributo a salvare 30-40mila aziende”.
Interesse per il Movimento nonostante i gufi
Si mostra ottimista per il futuro, il leader politico del Movimento. “Rispetto ai tanti gufi del malaugurio che ci davano in picchiata c’è un rinnovato interesse per noi, un rinnovato entusiasmo. Al di là dei sondaggi io l’ho constatato girando da nord a sud il Paese, c’è grande attenzione per la nostra offerta politica. Confidiamo molto nella solidità del nostro progetto per trasformare in meglio l’Italia”.
Logica voto utile è di convenienza
“Non accetto la logica del voto utile perché dietro tradizionalmente c’è una logica mistificatoria nei confronti degli elettori perché si cerca di catturare il loro voto dicendo ‘vota me perché è più conveniente’. Voto utile quindi uguale a convenienza, ma non si capisce da quale punto di vista. Io dico ai cittadini di dare il voto giusto, di stare dalla parte giusta. Al Sud in questo momento ci accreditano come la prima forza politica, anche per quanto riguarda i collegi uninominali – aggiunge -. Si davano tutti per persi, tutti ormai del centrodestra, invece le ultime proiezioni ci danno molto competitivi. Se i cittadini vogliono dare a noi un voto giusto quindi è chiaro che il cappotto del centrodestra di cui tanto si parla non si potrà mai realizzare”.
Mantenere sanzioni ma parlare di pace
“Dall’inizio del conflitto in Ucraina forse siamo la forza politica che ha avuto massima linearità e coerenza. Non capisco perché si parli di incertezza e ambiguità. Non è mai stata messa in discussione la ferma condanna dell’aggressione militare russa. C’è stato pieno sostegno all’Ucraina sul piano delle sanzioni finanziarie, mai messe in discussione e non le mettiamo in discussione neppure adesso. Poi possiamo discutere sull’efficacia o meno, però vanno mantenute sino a quando ci sarà questa aggressione russa“. Sulla questione riguardante l’invio delle armi, poi, aggiunge: “Io vedo una strategia a senso unico: vittoria militare sulla Russia per conseguire un cambio di regime. Però nel frattempo per raggiungere questa che potrebbe rivelarsi un obiettivo illusorio noi stiamo abbracciando la prospettiva di una escalation militare, il rischio di un incidente militare, una guerra che potrebbe durare decenni, una recessione economica che ci starà devastando”. “Lo scenario geopolitico che più o meno consapevolmente stiamo abbracciando è quello di una nuova cortina di ferro, di un mondo spaccato in due come un cocomero con da una parte il bene – il fronte occidentale – e dall’altro il male, con Russia, Cina, India. Se vogliamo consegnare una vittoria politica all’Ucraina, con uno scenario in prospettiva che possa garantire pace e sicurezza, dobbiamo elaborare una strategia un po’ diversa. Dobbiamo iniziare a parlare di pace, impostare un negoziati di pace perché qui l’unica ossessione mandare armi”, conclude Conte.
Premier con disciplina e onore
“Quando sono stato incaricato di fare il presidente del Consiglio ho cercato di farlo seguendo un principio guida che è scritto nella nostra Costituzione: disciplina e onore. Quando sono uscito da palazzo Chigi non ho cercato una poltrona, vorrei ricordare che addirittura non mi sono sbracciato per un posto nel nuovo governo. Avrei potuto, c’è stata anche una discussione, lo stesso M5s premeva perché io avessi un posto ministeriale. Ma ho ritenuto che una volta conclusa l’esperienza del governo Conte 2 fosse più corretto e lineare non occupare una poltrona. Sono uscito senza un paracadute, e non ho chiesto io di fare il presidente del M5, non ho fatto nessuna telefonata per chiedere di aiutarmi a diventare leader del Movimento. Oggi – aggiunge – il M5s è profondamente rinnovato, c’è un progetto politico importante, con una lista di candidati giovane. Adesso ho un nuovo ruolo, non sto facendo il capo-popolo ma sono intransigente, sto offrendo un progetto politico serio per l’Italia, frutto dei principi e dei valori non negoziabili del M5s. E anche questo ruolo lo sto cercando di ricoprire con disciplina e onore”.
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