Giorgia Meloni in comizio a Pescara: "Il livello di questa campagna elettorale è indegno. L'odio, la violenza, le menzogne verso di noi...e non avete ancora visto niente"

Si infiamma la campagna elettorale. Enrico Letta continua a non avere dubbi: la partita è tra centrodestra e centrosinistra. “Il ragionamento di chi dice ‘ci sarà un pareggio e rimettiamo Draghi'” a palazzo Chigi, (leggi Carlo Calenda e Matteo Renzi), scandisce il segretario Pd nel salotto di ‘Porta a porta’, “non fa i conti con la legge elettorale che prevede più di un terzo degli eletti con la logica dell’uninominale. Nei 221 collegi uninominali uno solo viene eletto. Vince uno solo”, insiste tirando poi una frecciata verso il leader di Azione, Carlo Calenda. “Nel collegio di Roma centro sono candidati Calenda, per noi Bonino, poi esponenti di FdI e M5S. Chi vota Calenda, che non ha nessuna possibilità di essere eletto visto che lì bisogna superare il 35-40 per cento dei voti, e a questa soglia arrivano solo centrodestra e centrosinistra, impedisce alla Bonino di essere eletta, il voto utile è oggettivo, passano solo candidati di centrodestra o centrosinistra”, sentenzia.

La risposta di Calenda non si fa attendere. “Chi non vota Pd è per Putin, chi non vota Pd è No Vax, chi non vota Pd vuole lo sfruttamento, chi non vota Pd è per Almirante… Esistono solo il rosso o il nero. È una campagna elettorale più violenta di quelle del dopoguerra. L’Italia è meglio di così Enrico”, replica mettendo agli atti che il segretario del Pd “è l’unico leader che rifiuta l’incontro. Del resto il suo messaggio è uno solo: dividere gli italiani tra buoni e cattivi, e i cattivi sono tutti quelli che non votano Pd”.

Sul fronte energetico, in realtà, Letta e Calenda sono impegnati in battaglie comuni. Dal tetto Ue al prezzo del gas all’ipotesi di sganciare il costo del combustibile fossile da quello di energia elettrica e rinnovabile, passando per il rigassificatore di Piombino.

Matteo Salvini invece ha fatto un blitz a sorpresa a Lampedusa per ribadire l’importanza del tema migranti per la Lega. Non ha avvisato nessuno della sua visita “perché la scorsa volta avevano ripulito e svuotato”, per far vedere “la realtà di un paese che non controlla i suoi confini, dove non esistono regole, dove arriva chi vuole”. Prima di lasciare la Sicilia e spostarsi al Nord per proseguire il tour elettorale, Matteo Salvini sbarca sull’isola – dove era già stato ad inizio agosto – e fa nuovamente visita all’hotspot che accoglie i migranti sbarcati sull’isola denunciando il “sovraffollamento drammatico” in cui versa la struttura, e promettendo in caso di successo alle urne un deciso cambio di registro. “Torneremo ad essere un paese accogliente con chi merita, ma che fa rispettare leggi, confini e regole – annuncia il segretario della Lega -. Controllare gli sbarchi significa salvare vite e proteggere gli italiani. Non vedo l’ora di tornare a farlo dal 25 settembre. L’immigrazione è un fenomeno che può essere controllato, basta reintrodurre i decreti sicurezza”.

Secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, tuttavia, le procedure di trasferimento sono continue e andranno avanti anche nelle prossime ore. Dal 1 luglio ad oggi, infatti, sono stati trasferiti da Lampedusa 9.371 immigrati e dal primo agosto ad oggi 4.277. Nella giornata di mercoledì – filtra – dall’hotspot dell’isola sono stati spostati 40 migranti e stasera altri 230 migranti. Giovedì, viene spiegato, è in programma il trasferimento di 600 migranti con la Diciotti e 250 con la nave Cossyra, mentre il 2 settembre saranno effettuati altri 120 trasferimenti.

Giorgia Meloni dal canto suo attacca la sinistra: “Io sto facendo campagna elettorale, cerco di dire cosa vorrei fare”, mentre la sinistra “parla di me tutto il giorno. Ma tanto io non ho paura di niente e di nessuno. Il livello di questa campagna elettorale è indegno. L’odio, la violenza, le menzogne verso di noi…e non avete ancora visto niente. Hanno il terrore di perdere l’egemonia di potere perché a livello di idee non gli è rimasto niente da dire”, ha detto la presidente di Fdi nel corso di un evento elettorale a Pescara.

Matteo Renzi – a Metropolis su RepubblicaTv – prima critica il Pd  parlando di strategia suicida della guida democratica e progressista e di campagana elettorale per i cinque stelle di Conte e per Meloni e poi ribadisce il suo obiettivo: “Voglio portare Draghi dove altrimenti va la Meloni”

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