Da banchiere a premier, Draghi torna al Meeting e infiamma platea. Ai giovani dice: “Siete voi la speranza politica”

Una standing ovation accompagna la sua entrata in sala. Scatta l'ovazione più lunga, dopo un un'ora di discorso interrotto una ventina di volte dagli applausi. Al termine di nuovo tutti in piedi

Aveva lasciato quel palco due anni fa, quando nelle vesti di banchiere ed economista aveva tenuto un discorso che già sembrava il manifesto politico di un futuro capo del governo. Oggi il Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini riabbraccia Mario Draghi, che nel frattempo premier lo è diventato e, anche se si appresta all’addio, si prende di nuovo la scena. Viene accolto dagli applausi, i presenti gli gridano ‘grazie presidente’, i giovani lo acclamano e scattano selfie.

Una standing ovation accompagna la sua entrata in sala. Ancora una volta il cuore di banchiere si scioglie: “Grazie per il calore di questo applauso. Grazie per la vostra accoglienza. Se vado oltre arriva la commozione”, ammette il presidente del Consiglio, e “questo entusiasmo mi colpisce molto in profondo. Voi, e quanto dico riguarda tutti i giovani, interpretate la politica come ideali da condividere. Ecco, voi siete la speranza della politica”.

È proprio nell’attenzione ai giovani che si intravede il filo conduttore tra il Draghi del 2020 e quello di oggi. Allora, in piena pandemia, ammoniva la platea sulla distinzione tra il “debito buono” – utilizzato “a fini produttivi e per investimenti nel capitale umano, nelle infrastrutture cruciali per la produzione, nella ricerca” – e il “debito cattivo” utilizzato “per fini improduttivi”, come i bonus a pioggia. In ogni caso “il debito creato con la pandemia è senza precedenti e dovrà essere ripagato principalmente dai giovani”.

Nel 2022, alla pandemia si aggiungono la guerra e la crisi energetica. Ma l’attenzione dell’ex capo della Bce è sempre rivolta alle nuove generazioni. Rivendica la sua agenda sociale per dare “ai giovani fiducia e mezzi per raggiungere i propri obiettivi”. Quindi si rivolge direttamente a loro e usa parole “di verità e di speranza. Le difficoltà che abbiamo di fronte non vanno negate ma non sono calamità che ci trovano inerti. Sono certo che con la vostra fiducia nel futuro e il vostro amore per l’Italia supereremo gli ostacoli e vinceremo queste sfida. Sarà la nostra forza”.

Scatta l’ovazione più lunga, dopo un un’ora di discorso interrotto una ventina di volte dagli applausi. Al termine di nuovo tutti in piedi. Il banchiere diventato premier saluta e se ne va, lascia il Meeting e il governo. Ma su entrambi fronti, in molto sono pronti a scommettere sul suo ritorno.