Tensione sulle liste in casa del Partito Democratico. La direzione nazionale, slittata ieri tre volte, alla fine, in tarda serata, ha approvato le candidature alle prossime elezioni con 3 voti contrari e 5 astenuti. Enrico Letta sarà capolista alla Camera in Lombardia e Veneto, Carlo Cottarelli al Senato a Milano. I dem candidano, capolista in Europa, il microbiologo Andrea Crisanti. Rinuncia alla candidatura Monica Cirinnà, in un collegio che la senatrice definisce perdente. Resta fuori Luca Lotti. Oggi si tengono le Parlamentarie dei 5 stelle per scegliere i candidati: il voto online dalle 10 alle 22. Nel suo listino Conte blinda Appendino, Patuanelli e l’ex procuratore antimafia Cafiero De Raho.
“É stato un onore per me essere un deputato del Pd, il partito che ho contribuito a fondare e che, in questi ultimi anni, insieme a molti amici ho tenuto unito e compatto. Rifarei tutto!”. Lo ha scritto su Facebook il deputato del Pd Luca Lotti commentando la sua esclusione dalle liste del partito per le prossime elezioni politiche. “Ai tanti che mi stanno scrivendo e mandando messaggi o che si sono preoccupati per me dico solo questo: anche quando alcune scelte sembrano più dettate dal rancore che dalla coerenza politica, mi troverete sempre dalla stessa parte. Dalla parte del Pd. Il Pd è casa mia. Lo sarà anche in futuro”, ha concluso Lotti.
“Avrei voluto ricandidare tutti i parlamentari uscenti, ma è impossibile per il taglio dei parlamentari ma anche per un’esigenza di rinnovamento”. Così Enrico Letta all’apertura della direzione nazionale Pd sulle liste. Il segretario avrebbe fatto un accenno alla “rimozione collettiva” dell’impatto che sulle scelte per le liste ha avuto la riduzione del numero degli eletti. “Ringrazio quanti spontaneamente hanno fatto un passo indietro comprendendo l’esigenza di rinnovamento. Grazie a loro le scelte di rinnovamento sono state possibili” ha aggiunto Letta”Potevo imporre persone ‘mie’ ma non l’ho fatto perche il Partito è comunità”.
“Oggi il mondo della politica commenta le scelte sui candidati del Pd. A me pare che – dalla scelta di come costruire la coalizione ai nomi delle liste – la guida di Enrico Letta si sia caratterizzata più dal rancore personale che dalla volontà di vincere. Vedremo i frutti il 26 settembre”. Così il leader di Italia Viva Matteo Renzi nella sua Enews. “Auguro ogni bene a tutti, candidati ed esclusi, ed evito con cura ogni dibattito sul tema: mi hanno insegnato che la politica si fa coi sentimenti, noi coi risentimenti. Noi staremo sui contenuti. Noi non abbiamo candidati che hanno votato contro la fiducia a Draghi. Noi abbiamo chiara una idea di innovazione del Paese che passa dal dire ‘sì’ alle infrastrutture necessarie, non ‘no’ a tutto. E noi non vogliamo alzare le tasse. Su questi temi siamo molto distanti, purtroppo, dal nuovo Pd”, aggiunge Renzi.