Tra i punti cardine dell’intesa, il fatto che i leader della coalizione di centrosinistra non si candideranno nei collegi uninominali. Per quanto riguarda la ripartizione dei seggi è stato deciso che il Pd avrà il 70% mentre Azione e +Europa avranno il 30%.
Il leader dem, intervenuto in conferenza stampa assieme ai suoi alleati, ha sottolineato che l’accordo rappresenta “un passo importante“. “Era nostro dovere superare gli ostacoli tra di noi e trovare un’intesa che ci consentisse di offrire agli italiani una proposta che sia vincente, in grado di essere competitiva ed alternativa a queste destre. Il passo di oggi rende le prossime elezioni contendibili. E’ un momento molto importante”, ha spiegato Letta che ha poi sottolineato: “L’Italia conta molto di più rispetto ai nostri singoli destini, e ai destini dei singoli partiti”. Il segretario del Pd ritiene “Non immaginabile che il Paese dopo l’esperienza del governo Draghi passi al governo delle destre o guidato da Giorgia Meloni. Dopo Draghi l’Italia ha bisogno di una esperienza di governo che porti avanti programmi che hanno avuto grande successo”
Subito dopo Letta ha preso la parola l’ex ministro dello Sviluppo economico: “Siamo solidi e compatti, niente è scritto, andiamo a vincere le elezioni, da oggi per me ogni discussione è finita, c’è la partita e la partita la vinciamo”, ha dichiarato Calenda dicendosi “pienamente e totalmente soddisfatti del testo sottoscritto i cui principi sono equità, responsabilità e la sfida dell’Italia per il futuro”. “Oggi si riapre totalmente la partita; non credo che gli italiani siano disponibili a farsi sottomettere da una proposta che li porta ai margini dell’Europa”, ha aggiunto Calenda.
Poi, rispondendo a chi gli ha chiesto di Renzi e della creazione di un terzo polo, il leader di Azione ha replicato: “Porte aperte a tutti. Io ci ho pensato molto perché è evidente che una rottura in questa fase della storia paga quasi sempre dal punto di vista dei numeri, ma uno fa politica non solo per i numeri ma per migliorare il paese e questa scelta per me è totalmente condivisibile”.
“Questa è l’unione tra un centro liberale, riformatore, europeista e la sinistra. Abbiamo un obiettivo comune, dobbiamo unire le nostre energie”, ha invece commentato il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova.
“Azione getta la maschera. E’ la quinta colonna del Pd e della sinistra. Altro che progetto per creare un nuovo centro, altro che governo Draghi, semplicemente al servizio di chi vuole la patrimoniale per qualche posto in più”. Questo il commento su Twitter del coordinatore nazionale di FI, Antonio Tajani.
Immediata è arrivata anche la reazione di Giuseppe Conte: “Finalmente è finita la telenovela Letta-Calenda: in bocca al lupo alla nuova ammucchiata che va dalla Gelmini dei tagli alla scuola al Pd, passando per Calenda, che non ha mai messo il naso fuori da una Ztl. Si riconoscono nell”agenda Draghi’. Salario minimo legale, lotta all’inquinamento e alla precarietà giovanile saranno fuori dalla loro agenda. Nessun problema, ce ne occuperemo noi”. ha scritto sui social il presidente del M5S.
“L’alleanza Pd-Azione fa chiarezza sulle forze in campo alle prossime elezioni. A misurarsi con il centrodestra e FdI ci sarà la solita sinistra. Il Pd, la sinistra estrema e Azione, la costola del Pd presieduta dall’europarlamentare eletto nel Pd, Carlo Calenda. Finisce la storiella di Azione partito moderato, alternativo alla sinistra tutta tasse, assistenzialismo e nemica del ceto produttivo”. Lo dichiara il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.