I leader di Azione e +Europa aprono le porte a chiunque sposi 'la nostra agenda pragmatica'. Tutti tranne sovranisti e populisti. Pronta l'adesione di Mariastella Gelmini cha ha lasciato Forza Italia dopo la mancata fiducia al Governo Draghi
“Siamo qui con Azione e +Europa per presentare un ‘patto repubblicano’ di temi che noi riteniamo siano prioritari per il Paese”. Così Emma Bonino ha aperto l’incontro con i giornalisti della stampa estera, alla quale partecipa anche Carlo Calenda (Azione). Il documento, presentato in vista delle elezioni politiche del 25 settembre, “non sono le tavole della legge e neanche un manifesto elettorale, è un tentativo di mettere per iscritto 11-12 punti su cui invitare alla riflessione altre forze politiche, sbrigandosi però, perché non abbiamo tempi biblici”, ha aggiunto Bonino.
Calenda e Bonino sono così i primi a ‘scendere in campo’ in modo ufficiale in questa campagna elettorale agostana. Tra gli obiettivio convincere Draghi a restare va Palazzo Chigi.

Il patto repubblicano con +Europa, “non è aperto a chi ha fatto cadere Draghi, con certezza matematica, quindi è ‘auto-escludente’. Ha subito specificato il leader di Azione. “I no sono a chi ha fatto cadere Mario Draghi”. Per il resto siamo aperti a tutti. La domanda dei cronisti va subito a possibili alleanze con il PD. “Devono essere d’accordo con nostra agenda pragmatica” risponde Calenda. “Siamo favorevoli al salario minimo contro il lavoro povero”continua l’ex ministro dello sviluppo economico dei governi Letta e Renzi. “Sì, ha aggiunto Calenda, anche alla realizzazione di termovalorizzatori e rigassificatori. “Vanno fatti e se necessario le aree vanno poste come se fossero militari. E’ una questione di sicurezza nazionale”, ha spiegato. No, invece a “tagli di tasse in deficit” e ad aumentare la spesa pubblica per le pensioni.
“+Europa e Azione hanno una cosa in comune: sono gli unici due partiti a non aver mai fatto alleanze con sovranisti e populisti, in questa legislatura” Rivendica Calenda: “Abbiamo sostenuto per molto tempo che i 5 Stelle erano un partito populista, anti-atlantico e anti-europeo. Tutto questo è stato verificato con la sfiducia a Mario Draghi, una scena miserabile”.
Questa legislatura determina per Calenda la fine di un sistema politico. “E’ una legislatura in cui tutti hanno tradito la parola data agli elettori, in cui addirittura non si è riusciti a rispettare la volontà del presidente della Repubblica di non essere rieletto”. Poi il giudizio sferzante indirizzato a Forza Italia: “Oggi abbiamo un altro dato politico: Forza Italia è entra a pieno titolo nell’area sovranista, populista, anti-europea e anti-atlantica. Non è un caso che Draghi sia stato fatto cadere da partiti filo putiniani”. “Oggi noi siamo l’unica lista che può rappresentare , popolari, liberali e i liberal democratici. Se poi qualcuno cerca un approccio più socialista c’è il Pd con cui parlare”. Ha proseguito il leader di Azione Carlo Calenda presentando il patto repubblicano con +Europa di Emma Bonino.

A rispondere subito all’appello in modo pragmatico appunto è Mariastella Gelmini che rompe gli indugi e, dopo aver lasciato FI per aver messo fine al Governo Draghi, si avvicina ad Azione. “Ho letto il manifesto di Azione. Europeismo e atlantismo, infrastrutture, PNRR, industria 4.0, revisione del reddito di cittadinanza. È l’agenda Draghi ed è quello che serve all’Italia. Carlo Calenda io ci sono, vediamoci”, scrive la ministra per gli Affari regionali su Twitter. A stretto giro di posta arriva la risposta del leader centrista. “Con grande piacere”
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