Centro, Toti apre il cantiere: vale da 14 a 18%. Berlusconi non ci sta: “Forza Italia insostituibile”

Convention a Roma: il governatore della Liguria lancia il nuovo soggetto moderato frutto dall'esperienza maturata con il sindaco di Venezia Brugnaro

Nell’affollato cantiere del centro è il giorno di Giovanni Toti. Con una convention organizzata nella Capitale, il governatore ligure ha lanciato ‘Italia al Centro’, un nuovo soggetto moderato frutto dall’esperienza maturata con il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Un battesimo segnato però dalle parole di Silvio Berlusconi, che – dopo aver affermato che “il centro siamo noi” quindi Forza Italia – in un videomessaggio pubblicato sui social ha definito la sua creatura come un qualcosa di “unico e insostituibile” nel panorama politico italiano.

Un messaggio che risuona forte e chiaro in casa di colui che fu il consigliere politico dell’uomo di Arcore. Tornando a Roma, tuttavia, sono molti i leader ed esponenti di partito che hanno partecipato al convegno totiano: da Carlo Calenda di Azione a Ettore Rosato di Italia Viva, da Clemente Mastella fino alla ministra azzurra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini. La quale però ha tenuto a precisare: “Sono qui non per inseguire collocazioni o geometrie politiche, ma per raccontare quello che stiamo facendo al governo. Questo è il senso della mia presenza”.

Coordinatore della nuova creatura di Toti, che coinvolge anche il sindaco di Genova Marco Bucci, l’altro ex berlusconiano Gaetano Quagliariello. “Oggi – ha spiegato il senatore dando il via alla convention – si apre un cantiere e quindi bisogna recintare uno spazio. Qui c’è chi ha sempre ritenuto che di una forza moderata, se per moderazione non si intende mollezza e inciucio, ci sia bisogno”.

Sul palco ha poi preso la parola il leader di Azione, Carlo Calenda, al lavoro con +Europa sul nuovo polo dei liberali. “Il fritto misto non serve, serve ai nostri avversari per criticarci. Il centro liberale è un luogo di scelte nette, per questo è rivoluzionario”, ha affermato Calenda. Che in vista del congresso fondativo della sua nuova creatura, il 24 settembre, ha poi avvisato i ‘totiani’: “Se volete venire con noi dovete essere netti, e dire che non si può stare un po’ qua e un po là. Se dite che è aperto a tutti finirete annacquati in un centro che non serve a nessuno”. Quindi la risposta-sfida a Silvio Berlusconi: “Tu ti prendi il centro, noi il polo del buon governo”.

Meno sferzante con l’ex premier il governatore ligure: “Il centro è di tutti, e lo dico con affetto a chi continua in queste ore a dire ‘il centro è mio'”, ha affermato Toti, che con la sua creatura punta a superare il bipolarismo a livello nazionale. “Un’area potenziale di elettori che va dal 14% al 18% – ha detto il governatore – si definisce di centro e chiede politiche in grado di superare le emergenze e di garantire stabilità. A loro vogliamo dare risposte”.

Sì al dialogo in chiave anti-populista dal renziano Ettore Rosato, secondo cui la possibile nascita del terzo polo “prescinde dalla legge elettorale”. Pronto a “dare una mano” a Toti anche l’imprenditore Paolo Damilano, ex candidato sindaco di Torino per il centrodestra. Chi non ha accolto invece l’invito è stato Guido Crosetto: “Non capisco il senso – ha commentato il co-fondatore di FdI – immaginare una formazione politica nella quale dovrebbero convivere posizioni inconciliabili, rappresentate dai partecipanti all’iniziativa di oggi”.