Il Ministro degli esteri ufficializza il divorzio e inaugura nuova strada politica. Con lui un importante gruppo di parlamentari grillini
Lo strappo c’è stato e quantunque annunciato è destinato a modificare in profondità lo scenario politico italiano. Luigi Di Maio ha lasciato il Movimento 5 Stelle, quel Movimento che lo ha visto fra i fondatori di primo piano e grandi protagonisti e che oggi era una casa troppo stretta per ospitare l’attuale Ministro degli esteri ed il capo politico ed ex premier Giuseppe Conte.
“Oggi, insieme a tanti colleghi, lasciamo il Movimento 5 Stelle”. Così Di Maio alle 21h30 di martedì 21 giugno all’hotel Bernini Bristol di Roma.
“Quella di oggi è una scelta sofferta che mai avrei immaginato di dover fare” ha continuato il ministro, per poi passare ad un fugace accenno alle ultime diatribe interne al partito durante gli ultimi giorni:
“Sulla risoluzione da votare oggi al Senato c’è stato un lungo e logorante scontro per fini mediatici. La prima forza politica in Parlamento ha messo in discussione il lavoro del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri – ha proseguito – solo per riuscire a recuperare qualche punto percentuale, senza peraltro riuscirci”.
Il capo della Farnesina del Governo Draghi ha poi proseguito insistendo sui temi di emergenza nazionale e internazionale che l’esecutivo è chiamato ad affrontare: “In questi momenti c’è bisogno di un’Europa unita e l’unità dell’Europa dipende dall’unità dei governi degli stati membri, lasciando da parte ogni polemica strumentale. Pensare di picconare il proprio governo solo per ragioni di consenso – ha stigmatizzato – è da irresponsabili”. Poi il passo decisivo che tutti attendevano: “Nascerà una forza politica che non sarà personale”, dove “non ci sarà spazio per odio, sovranismi e populismi. Dobbiamo costruire il futuro dei cittadini, mettiamoci in cammino ‘Insieme per il futuro’, con tutti coloro che vorranno condividere questo progetto e saranno i benvenuti”. Di Maio ha infine risposto a quanti, con accenti detrattivi, lo hanno accusato di ‘draghismo’:
“Quando ho iniziato questa esperienza di governo non conoscevo personalmente il presidente Mario Draghi. In un anno e mezzo abbiamo lavorato bene insieme e per questo sono stato definito draghiano. Faccio parte del Governo Draghi e credo che la sua azione sia motivo d’orgoglio per l’Italia in tutto il mondo e continueremo a sostenerlo con lealtà, idee e il massimo impegno che possiamo metterci”.
Sono circa una cinquantina i deputati e senatori che hanno accolto e applaudito all’hotel Bernini Bristol di Roma le dichiarazioni alla stampa del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Tra gli altri ci sono il viceministro dell’Economia Laura Castelli, Carla Ruocco, Vita Martinciglio, Sergio Battelli, Davide Serritella, Simona Nocerino, Vincenzo Presutto e Primo Di Nicola
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