‘Lavori in corso’ per il terzo polo. E il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, lancia un segnale chiaro proprio ai centristi: “Rivolgo un pressante appello alle forze e soprattutto agli elettori di centro a venire con noi a rafforzare la componente centrista del centro-destra”. Chi ha orecchie per intendere, intenda. Non si può tuttavia non leggere tra le righe della lunga nota dell’ex premier, un cambio di visuale, soprattutto dopo il tonfo di consensi della Lega. Ora va di moda chiamarla ‘area Draghi’, sta di fatto che si è aperta una sorta di prateria al centro. Basta leggere i risultati delle amministrative che hanno premiato, ad esempio, Azione. Il partito di Carlo Calenda, infatti, in diverse città ha appoggiato candidati che hanno sfondato la doppia cifra. “Abbiamo un’affermazione che va dal 10 al 25%, se si considerano L’Aquila, Palermo, Catanzaro e Parma, i quattro capoluoghi di provincia in cui noi abbiamo fatto la scelta molto radicale di andare da soli”, sottolinea l’ex ministro dello Sviluppo economico.Ma da Arcore arriva un appello chiaro perché – sostiene il Cavaliere – “i dati elettorali confermano che le liste centriste, anche dove hanno ottenuto risultati significativi, non sono riuscite ad influenzare la scelta dei sindaci. Lo stesso avverrebbe a livello nazionale”. “Questo – aggiunge – conferma che le idee e i principi dei moderati possono essere rappresentati con efficacia solo all’interno della nostra coalizione, da forze politiche liberali come Forza Italia”.Certo è che in politica i numeri contano. Secondo l’ultimo sondaggio di ‘Porta a Porta’, insieme Azione, Iv e +Europa sfiorano il 10% e arrivano al 9,7%. Un gruzzolo di voti che fa gola a molti. Volgendo lo sguardo a sinistra, da Milano dove è arrivato ad inaugurare una nuova sede di Azione, Calenda risponde alle parole sulle “nuove alleanze” del segretario del Pd, Enrico Letta, senza nascondersi dietro un dito: “Io penso che il Pd abbia una sua strada che è quella dell’alleanza con il M5S alle prossime elezioni politiche. Questa strada preclude, e lo sa bene, ogni tipo di alleanza. Quindi, ci saranno tre poli: il polo con Pd-5Stelle, quello che costruiranno Azione, +Europa e le liste civiche – diciamo l’area Draghi anche se non mi piace il termine – e dall’altro lato ci sarà la destra sovranista”. Ma poi Calenda lancia una chiara proposta indirizzata al Nazareno in vista delle elezioni regionali in Lombardia del 2023: “C’è un nome che è perfetto per tenere insieme un campo riformista e progressista che si chiama Carlo Cottarelli. Ha lavorato per noi al programma per l’Italia ed è nelle Agorà democratiche. Se Letta vuole fare veramente un lavoro di alleanza, lo facciamo in Lombardia, tanto qui il M5S non c’è più”. Dal canto suo, il dem Andrea Marcucci apre: “L’agenda Draghi unisce inevitabilmente il Pd ad Azione ed Italia viva. Di questa alleanza, io parlerei anche con altri”, tra cui “i liberali di Forza Italia, con tutti coloro che non vogliono finire sotto il giogo sovranista della Meloni. Lo spazio c’è, si faccia politica, come fece Prodi per battezzare l’Ulivo”.Il posizionamento reale da qui al 2023 è tutto da vedere, ma Calenda mette dei paletti. Non vuole sentire parlare di un’alleanza con il Movimento, che a suo dire “è defunto”, su cui non usa mezzi termini: “I Cinquestelle sono la garanzia di perdere. Il punto fondamentale è che i M5S ormai al Nord e al Sud non ci sono più, perché la gente giustamente si è stancata”. Il dialogo con Italia viva, invece, è un discorso ancora aperto. “La leadership in politica non si prenota. Si costruisce con umiltà e intelligenza politica coinvolgendo quelli che la pensano come te. Io dico che quest’area c’è, chi la guiderà è un problema che ci porremo dopo. Dove noi andiamo forte, Azione e Più Europa vanno peggio e viceversa: segno che siamo complementari”, è l’ammiccamento di Matteo Renzi. Pronta la replica di Calenda. Che manda un avviso ai naviganti: “Io non ho preclusioni nei confronti di Italia viva”, ma “in tutti i posti dove si è formato un terzo polo, Renzi era da un’altra parte. Deve decidere se vuole fare un lavoro serio o se, invece, vuole tenere le mani libere fino all’ultimo secondo per poi fare gli accordi. Deve sapere che in quel caso non ci troverà”.