Se l'ipotizzata missione del segretario leghista è saltata, non è stato per volere del Cremlino

“Non ci sono stati ostacoli da parte nostra per il viaggio in Russia” di Matteo Salvini “e i relativi contatti”. Se l’ipotizzata missione del segretario leghista è saltata, non è stato per volere di Mosca. A chiarirlo è l’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, intervistato da LaPresse. “Qualsiasi sforzo di mediazione dettato dal buon senso e da un sincero desiderio di raggiungere una soluzione politica – aggiunge – potrebbe essere richiesto. Il senatore Matteo Salvini è una figura politica nota in Russia, leader di un grande partito rappresentato in Parlamento e membro della coalizione di governo”. Ma in Italia il fuoco di fila all’indirizzo del leader del Carroccio, che a sua volta si difende e va avanti per la propria strada, non si placa. Il segretario del Pd, Enrico Letta, non le manda a dire. Parla di “iniziative estemporanee” e sentenzia: “Credo che Salvini si sia fatto male da solo. Il vero problema non sono tanto i danni a se stesso o alla Lega, cosa che francamente ci interessa di meno. Il problema sono i danni alla reputazione dell’Italia”. E poi rincara la dose: “Tutto quello che di cui non c’è bisogno sono le iniziative estemporanee come quelle di Salvini, che dividono e dimostrano ai russi che non siamo un Paese serio e siamo un Paese in cui pezzi di establishment politico se ne fregano di quello che fa il Governo e vanno per conto loro”. D’altro canto, il numero uno del partito di via Bellerio, in tour elettorale in Veneto, torna a più riprese sull’argomento e sbotta: “La pace è un valore supremo in generale, ma per l’Italia lavorare per la pace, spendersi per la pace è questione di vita o di morte”. Fra i motivi, Salvini elenca i rincari al carrello della spesa, alle bollette di luce e gas e per la benzina, per cui “se andiamo avanti così, pensare” che schizzi “a 3 euro al litro non è fantascienza”. E ancora: “Continuo a dialogare nell’interesse del mio Paese. Gli italiani meritano, vogliono e chiedono la pace. Non saranno due critiche o due insulti a fermarmi in questo percorso. Le critiche dei Renzi, dei Letta e dei Saviano mi scivolano addosso: se loro saranno più bravi di me, io gli batterò le mani”.

Il guanto di sfida è lanciato. Ma il segretario della Lega, che assicura di non aver sentito il presidente del Consiglio, Mario Draghi, dopo le polemiche degli ultimi giorni, si scaglia ancora una volta contro il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: “Mi hanno insultato per 4-5 giorni perché stavo lavorando per la pace. Se i russi non vogliono parlare con Di Maio perché non si fidano, è mio dovere farlo”. “Stare al Governo tutti i giorni insultato da Letta e Di Maio non è il massimo, ma per me l’Italia viene prima di tutto”, aggiunge. Quindi, lo stesso Salvini se la prende con “un Pd guerrafondaio che critica chi costruisce la pace e parla solo di armi e di guerra”. Pronta la replica del deputato dem, Enrico Borghi, componente del Copasir, che rivolge allo stesso Salvini una serie di domande: “Perché stai al Governo con noi? Perché hai votato la risoluzione che autorizza l’invio delle armi in Ucraina? Perché hai votato il decreto Ucraina che invia materiale militare a Kiev e conferma l’impegno italiano nella Nato?”. Insomma, “questo è il tempo dei guerrafondai o piuttosto quello dei parolai?”. E il leader di Italia viva, Matteo Renzi, è sferzante: “Mosca è una città bellissima ma lascerei a quelli competenti e bravi il compito di risolvere i problemi. Salvini non fa parte della categoria”. Intanto, il 21 giugno è una data da segnare in rosso nel calendario. Perché il Parlamento tornerà ad esprimersi con un voto presumibilmente su una risoluzione di maggioranza in occasione delle comunicazioni di Draghi in vista del Consiglio europeo. E il presidente del M5S, Giuseppe Conte, esclude terremoti per il Governo tanto che assicura che il Movimento “non esce della maggioranza”. In ogni caso, ribadisce che “questo è il momento di operare una sterzata” per il Governo, che “si deve impegnare adesso per gli sforzi diplomatici in modo assolutamente totale, convinto e integrale”. “Noi non siamo favorevoli all’invio di ulteriori armi”, ribadisce l’ex inquilino di Palazzo Chigi. E a distanza arriva la stoccata del coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani: “Il M5S mi sembra in cerca di visibilità. In questo momento bisogna sostenere il Governo e impedire che ci siano fibrillazioni inutili perché si vanno a cercare un po’ di voti per la campagna elettorale. Il M5S deve essere un po’ più serio in questa fase così delicata”. Tajani, nel contempo, segnala che l’ipotizzato viaggio di Salvini a Mosca “riguarda un partito politico” e “noi non ne eravamo informati”. 

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