Ucraina, Mattarella: “Per la pace serve lucidità e coraggio. Russia si ritiri”

Ucraina, Mattarella: “Per la pace serve lucidità e coraggio. Russia si ritiri”
Primo Maggio, celebrazione della Festa del lavoro con il presidente della Repubblica Mattarella

In occasione della festa del 2 Giugno, il presidente della Repubblica non ha invitato al Quirinale gli ambasciatori russo e bielorusso

È la festa del 2 Giugno, quella che doveva rappresentare il ritorno alla ‘quasi’ normalità dopo le strette della pandemia e che invece è segnata dalla drammatica guerra in Ucraina. Sergio Mattarella invita al Quirinale le alte cariche dello Stato e il corpo diplomatico – senza il tradizionale ricevimento nei giardini del Palazzo – ‘assenti’ perché non invitati gli ambasciatori russo e bielorusso. L’Italia condivide infatti la decisione dell’Ue dei primi di maggio – presa proprio durante la riunione dei diplomatici – che prevede diverse misure tra cui quella, dopo l’invasione dell’Ucraina, di non coinvolgere le rappresentanze in occasione delle feste nazionali e interne. Sergej Razov, insomma, non si siede nella del salone dei Corazzieri al Quirinale per ascoltare le note di Beethoven e Mascagni, suonate dall’Orchestra del Teatro ‘La Fenice’ di Venezia diretta dal Maestro Myung Whun Chung. Mattarella neanche sfiora le polemiche suscitate dal ‘quasi’ viaggio a Mosca di Matteo Salvini, neanche rivendicando una sgrammaticatura istituzionale, ma invita tutto visti i “gravi pericoli comuni” a superare “ogni egoismo, ogni volontà di sopraffazione”.

A fronte dunque del conflitto, che il presidente definisce “di stampo ottocentesco”, Mattarella pronuncia con severità un discorso intenso che parte dai valori della nostra Costituzione che “ci ha spinto e ci spinge il solenne impegno al ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”. Mattarella richiama alla “responsabilità” nel momento in cui “l’amara lezione dei conflitti del XX secolo sembra dimenticata”. La condanna dell’aggressione è ancora una volta dal Quirinale ribadita con fermezza, ma è altrettanto chiara deve essere la posizione del nostro paese “convintamente impegnato nella ricerca di vie di uscita dal conflitto che portino al ritiro delle truppe occupanti e alla ricostruzione dell’Ucraina”, scandisce.

Tuttavia la guerra nella vicina Ucraina, ricorda l’inquilino del Colle, “accanto alle vittime e alle devastazioni provocate sul terreno dello scontro, la rottura determinata nelle relazioni internazionali si riverbera sempre più sulla sicurezza alimentare per molti Paesi; sull’ambito della gestione delle normali relazioni, incluse quelle economiche e commerciali. Reca grave danno al perseguimento degli obiettivi legati all’emergenza climatica”. E’ un conflitto, prosegue, che “intercetta e fa retrocedere il progresso della condizione dell’umanità” e che “ci interpella tutti”.

Al rischio che si avverino “scenari che vedono l’umanità protagonista della propria rovina” con “l’incancrenirsi delle contrapposizioni” che porterebbero solo “accrescere i serbatoi dell’odio”, Mattarella invoca la necessità di rispondere “con lucidità e con coraggio” ponendo fine “all’insensatezza della guerra” e promuovendo “le ragioni della pace”.

Domani la parata delle forze armate a via dei Fori Imperiali, la prima dopo lo stop dovute alle restrizioni per il Covid. Il presidente salirà prima al Vittoriano per deporre la corona d’alloro con nastro tricolore al Milite Ignoto, per poi passare in rassegna i reparti schierati e assisterà alla tradizionale Parata Militare dalla tribuna presidenziale di via dei Fori Imperiali. Nel pomeriggio non ci sarà la consueta apertura al pubblico ma, sempre nel rispetto delle misure di prevenzione del rischio di contagio dal virus Covid19, l’ingresso dei Giardini del Quirinale riguarderà categorie di persone con fragilità rappresentate dalle associazioni a carattere nazionale. Saranno circa 2.300 gli invitati a rappresentare l’Italia fragile ma anche quella che nelle difficoltà si è messa in gioco, prestando la propria opera per l’intera comunità.

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