L'informativa in Senato del presidente del Consiglio sui recenti sviluppi del conflitto giunto all'85 giorno: "L'avanzata di Mosca è più lenta del previsto"
Al via nell’Aula del Senato l’informativa del presidente del Consiglio, Mario Draghi sui recenti sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina, giunto all’85esimo giorno. Al termine dell’intervento del premier sono iscritti a parlare in rappresentanza dei gruppi, tra gli altri, il leader di Italia Viva Matteo Renzi, il segretario della Lega, Matteo Salvini, e le capigruppo di Pd e M5s Simona Malpezzi e Mariolina Castellone.
A seguire Draghi è invece alla Camera dei Deputati. Ieri Mosca ha espulso 24 diplomatici italiani: una ritorsione alla precedente espulsione di funzionari russi. “Un atto ostile” secondo il premier che tuttavia non vuole chiudere i canali diplomatici. Intanto Joe Biden resiste alle pressanti richieste di Kiev di ottenere sistemi lancia azzi a lunga gittata: il timore americano è che possano essere usati per lanciare attacchi in territorio russo, espandendo il conflitto.
Il discorso di Draghi
“La guerra in Ucraina è giunta al suo 85esimo giorno. La speranza dell’esercito russo di conquistare vaste aree in tempi brevi si è scontrata con la convinta resistenza del popolo ucraino. La federazione russa si è ritirata da ampie zone. L’avanzata russa procede molto più lentamente del previsto”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso dell’informativa in Senato sugli sviluppi della guerra in Ucraina. “Il Governo ha riferito più volte sul tema al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, che ha sempre riscontrato la coerenza del sostegno offerto rispetto alle indicazioni e agli indirizzi del Parlamento”.
“Le misure restrittive fin qui approvate dall’Unione europea e dal G7 hanno già avuto un impatto significativo sull’economia russa e sarà ancora più forte nei prossimi mesi. Secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale, il prodotto interno russo calerà dell’8,5 per cento quest’anno, il tasso di inflazione raggiungerà il 21,3 per cento” ha spiegato ancora il premier Draghi.
“La guerra in Ucraina minaccia la sicurezza alimentare di milioni di persone anche perché si aggiunge alle criticità già emerse durante la pandemia. L’aumento del prezzo dei cereali rischia di avere effetti disastrosi soprattutto in Africa e in Medioriente, dove crescono i rischi di crisi umanitarie, politiche e sociali”, ha aggiunto. “Il costo dell’invasione russa in termini di vite umane è terribile. Le ricostruzioni con immagini satellitari hanno individuato 9mila corpi in quattro fosse comuni nei dintorni della città di Mariupol”.
Draghi ha proseguito parlando del lavoro dell’ambasciata italiana in Ucraina: “La nostra ambasciata in Ucraina ha ripreso le sue attività, ringrazio l’ambasciatore Zazo e il suo grande spirito si servizio e il suo coraggio. È necessario affiancare alla Nato una vera difesa europea, complementare all’Alleanza atlantica. Il primo passo deve essere la razionalizzazione della spesa militare europea”. “Come detto dal presidente Mattarella, nel lungo termine servirà uno sforzo creativo su un modello di conferenza di Helsinki. Occorrerà costruire ‘un quadro internazionale condiviso’, per usare le sue parole. Una conferenza sul modello di Helsinki per avvicinare Paesi ora distanti e agevolare una distensione”.
La crisi delle materie prime
“Occorre che le navi che portano il grano siano lasciate passare, e se i porti sono stati minati dall’esercito ucraino, siano sminati a questo proposito. Tutte le parti in causa dovrebbero in questo momento aprire una parentesi di collaborazione per evitare una crisi umanitaria che farebbe morire milioni e milioni di persone nella parte più povera del mondo” ha aggiunto ancora il premier. “Voglio ringraziare il Parlamento, la maggioranza e anche la principale forza di opposizione. La risoluzione approvata a larga maggioranza che impegnava il governo a sostenere a livello umanitario, finanziario e militare l’Ucraiana, a tenere alta la tensione sulla Russia anche attraverso le sanzioni e alla ricerca di una soluzione negoziale ha guidato in modo chiaro l’azione del Governo e ha rafforzato la posizione dell’Italia a livello internazionale e il Governo intende continuare a muoversi nel solco di questa risoluzione” ha detto Draghi: “Le stime del governo indicano che potremmo renderci indipendenti dal gas russo nel secondo semestre del 2024. I primi effetti di questo processo si vedranno già alla fine di quest’anno”.
“L’energia rinnovabile rappresenta l’unica strada per affrancarci dalle importazioni di combustibili fossili e raggiungere un modello di crescita sostenibile” ha aggiunto a proposito del tema energetico. “Il governo ha agito con determinazione per eliminare i vincoli burocratici che limitano l’espansione dell’energia rinnovabile in Italia e proseguirà in ogni sforzo per distruggere le barriere che limitano tali investimenti”, ha aggiunto.
Il dialogo con la Russia
“Nella giornata di ieri la Federazione russa ha comunicato l’espulsione di 24 diplomatici italiani: è un atto ostile che ricalca decisioni simili prese verso altri Paesi europei e risponde a espulsioni di diplomatici da parte italiana. E’ essenziale mantenere canali di dialogo con la Federazione russa perché solo da questi canali che potrà emergere una soluzione negoziale”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso dell’informativa in Senato sugli sviluppi della guerra in Ucraina. “Se oggi possiamo parlare di un tentativo di dialogo è grazie al fatto che l’Ucraina è riuscita a difendersi in questi mesi di guerra. L’Italia continuerà a sostenere il governo ucraino nei suoi sforzi per respingere l’invasione russa. Lo faremo in stretto coordinamento con i nostri partener europei, ne va non solo della solidità del legame transatlantico ma anche della lealtà all’Ue. L’Ue è al lavoro per il sesto pacchetto di sanzioni che l’Italia sostiene con convinzione”.
Verso la pace
“L’Italia si muoverà a livello bilaterale e con i partner europei ma dovrà essere l’Ucraina e nessun altro a decidere che pace accettare anche perché una pace non accettabile non sarebbe sostenibile“, ha sostenuto ancora il presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso dell’informativa in Senato sugli sviluppi della guerra in Ucraina. Negli “incontri” internazionali “ho riscontrato apprezzamento universale per la posizione italiana fermamente ancorata nel campo transatlantico e nell’Unione europea. Questa posizione ci dà credibilità e ci permette di essere in prima linea senza ambiguità nella ricerca della pace. Se possiamo parlare di un tentativo di dialogo è perché l’Ucraina è riuscita a difendersi in questi mesi di guerra”.
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