Governo, Conte attacca su Dl aiuti: “Basta ricatti”. E Draghi boccia superbonus, ira M5S

Tensioni anche sul termovalorizzatore a Roma inviso ai pentastellati

“Vogliono il braccio di ferro e vogliono umiliarci, ma sulla questione ambientale non possiamo permetterci passi indietro”. Dopo il distinguo del M5S in Consiglio dei ministri sul nuovo decreto aiuti, Giuseppe Conte torna all’attacco. “Si sta consumando un ricatto bello e buono”, la norma “è una cambiale in bianco verso il passato” e “apre un’autostrada normativa per gli inceneritori”, scandisce il leader dei pentastellati. L’ex premier assicura di non aver “nessun interesse a mettere in difficoltà il governo o a creare una crisi”, anche se questo non vuol dire abdicare rispetto alla linea politica del movimento rispetto alla transizione ecologica.

Non è solo il termovalorizzatore di Roma, però, a mandare su tutte le furie il M5S. Da Strasburgo, infatti, nel corso del suo intervento alla Plenaria del Parlamento europeo, Draghi torna ad attaccare frontalmente un’altra misura bandiera dei pentastellati. “Questo governo, quando è nato, è nato come un governo ecologico. Fa del clima, della transizione verde e digitale un pilastro portante”, assicura il premier, che però poi aggiunge: “Possiamo non essere d’accordo sul Superbonus del 110% e non siamo d’accordo sulla validità di questo provvedimento”, taglia corto. Le motivazioni della ‘sentenza’ sono presto dette: “Il costo di efficientamento è più che triplicato, i prezzi degli investimenti necessari per attuare le ristrutturazioni sono più che triplicati”, spiega, chiarendo ancora una volta il suo pensiero, concretizzatosi in più di una stretta normativa sui bonus edilizi, per contrastare frodi e preventivi gonfiati. E non si escludono nuovi stop.

La replica dei pentastellati non si fa attendere ed è affidata a Riccardo Fraccaro, ‘papà’ del superbonus e suo strenuo difensore: “Vorrei ricordare al nostro presidente del consiglio che il Superbonus è espressione della volontà parlamentare di tutte le forze politiche, e per questo, anche se il suo giudizio personale è negativo, non può boicottare una misura che peraltro in più occasioni ha ricevuto lodi dalla stessa Unione Europea, attacca. E ancora: “Ci lascia abbastanza perplessi l’irricevibile perentorietà con cui il premier Draghi si è scagliato contro il Superbonus al 110%”, mettono nero su bianco i pentastellati.

Sul decreto aiuti, in ogni caso, il resto della maggioranza rimane compatto e i partiti criticano l’alleato. E’ netto Matteo Salvini: “Dire no a un termovalorizzatore nel 2022 significa vivere su Marte”, ironizza. “Il Movimento 5 Stelle dimostra ancora una volta di essere eccessivamente ideologizzato”, gli fa eco da FI Licia Ronzulli. Anche con gli alleati del fronte progressista, però, resta il gelo. Enrico Letta e chi tra i dem si è occupato del dossier continuano a dirsi “molto soddisfatti” rispetto alle decisioni assunte dal Governo. “Bene l’assegno energia per compensare i costi della guerra di Putin.

Draghi tassa gli extraprofitti delle multinazionali dell’energia e redistribuisce a 28 milioni di lavoratori, pensionati e imprese. Tagli anche ai costi di affitti e trasporto pubblico. Tempismo, solidarietà. Fiducia”, twitta di buon mattino il segretario, che poi definisce il decreto “l’operazione di redistribuzione più importante che sia mai stata fatta da molto tempo a questa parte”. Anche sul fronte termovalorizzatore di Roma la linea non cambia. I dem si dicono al fianco di Roberto Gualtieri, nella sua sfida per pulire la capitale senza dimenticare gli obiettivi green dell’Ue. ” La scelta che è stata fatta è una scelta straordinaria – chiarisce Letta – pensata in vista del Giubileo e penso sia stato giusto farla”.