Per la corsa al Quirinale potrebbe essere il giorno decisivo. Oggi alle 11 con la quinta votazione si possono chiudere i conti. E il centrodestra prova a sparigliare le carte puntando su un proprio nome. Bastano 505 voti per eleggere il nuovo presidente della Repubblica Ieri sera sembrava tornato in auge Franco Frattini, nella notte invece torna di moda il nome di Maria Elisabetta Alberti Casellati. E sembra proprio essere la presidente del Senato il “cavallo” su cui il centrodestra forzerebbe la mano
Furibondo il centrosinistra con Pd e Iv saltano alla giugulare di Matteo Salvini, Enrico Letta – fanno filtrare fonti del Nazareno – è furioso. “Basta provocazioni“, dicono i dem.
“Il Pd è un partito serio che non si presta a improvvisazioni raffazzonate, tanto più dopo giornate di giravolte e mancanza di chiarezza”, spiegano ancora le stesse fonti. “Cerchiamo, tutti, di adempiere al compito di grandi elettori e di dimostrare di fronte alla nazione di esserne degni. Il Paese ci guarda, l’Europa e il mondo si chiedono cosa stia succedendo, dobbiamo essere all’altezza della gravità e della complessità del momento storico che viviamo”.
Matteo Renzi mette da parte il fioretto e colpisce dritto per dritto: “Sono sconvolto dal centrodestra, davanti a una crisi internazionale e una crisi delle bollette abbiamo il teatrino, lo show di qualche aspirante leader”. Di minuto in minuto la confusione aumenta, ma nel campo progressista crescono anche i sospetti sul Movimento 5 Stelle. Giuseppe Conte, nei giorni scorsi, quando era passato per la prima volta nel dibattito il nome di Frattini, non era sembrato ostile all’ipotesi. Tra i Cinquestelle, però, reagisce Laura Castelli, la vice ministra dell’Economia vicina a Luigi Di Maio: “Usare il presidente del Consiglio di Stato, una carica istituzionale così autorevole, per spaccare la maggioranza di governo è un segno evidente che non c’è la volontà di trovare una soluzione per il Colle. Non possiamo spaccare la coalizione con il centrosinistra, salterebbe anche il governo”.Nel Movimento la notizia di Frattini fa molto rumore, soprattutto perché un pezzo consistente di truppe si era apertamente schierato per il bis di Mattarella, contribuendo significativamente ai 166 voti ricevuti dal presidente uscente al quarto scrutinio. Poi c’è l’ala che guarda al ministro degli Esteri che gradirebbe Mario Draghi per il Colle. Tra l’altro, proprio Di Maio, pur sottolineando il forte rapporto che li lega, ha commentato l’ipotesi della candidatura del direttore generale del Dis, Elisabetta Belloni, con parole di saggezza: “Con Elisabetta Belloni ci ho lavorato assieme, è un profilo alto ma non giochiamo a bruciare nomi e soprattutto non spacchiamo la maggioranza di governo”.
Nel taccuino di Salvini, però, c’è anche il nome di Giampiero Massolo, ma è ovvio che si tratta di una seconda linea. Resta in stand by, invece, la candidatura di Pier Ferdinando Casini, che rinsalda l’asse Letta-Renzi ma non convince il resto della coalizione di governo. La partita, dunque, si complica ancora un po’ di più di quanto già non lo fosse, mentre il tempo scorre velocemente. Oggi, intanto, è convocata una capigruppo congiunta di Camera e Senato, dove con molta probabilità verrà discussa l’ipotesi di far svolgere due votazioni al giorno per velocizzare le operazioni. Sempre oggi , alle 11, infatti, è previsto il quinto scrutinio (la maggioranza richiesta è assoluta, 505 voti) dopo la nuova fumata nera di ieri. A spoglio completato, su 981 grandi elettori presenti, i votanti sono 540 e 441 gli astenuti. Le schede bianche si fermano 261, Sergio Mattarella ottiene 166 preferenze (41 in più rispetto al giorno precedente), il magistrato antimafia Nino Di Matteo 56, Luigi Manconi 8, Marta Cartabia 6, Draghi 5, Giuliano Amato 4, Casini 3 e 2 a testa Belloni, Pierluigi Bersani e Baldini. I voti dispersi sono 20, le schede nulle 5. E oggi tutto riparte dal via.