Il parcheggio di via della Missione, a Roma, sarà con ogni probabilità il ‘seggio’ dei grandi elettori positivi al coronavirus o in quarantena chiamati ad esprimersi da lunedì prossimo alla Camera, con il Parlamento riunito in seduta comune per l’elezione del presidente della Repubblica. La richiesta di far votare i contagiati è stata formalizzata dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, che si è riunita oggi dopo il pressing avanzato dai partiti, soprattutto di centrodestra, di far partecipare al voto anche i positivi. Alla riunione era presente anche il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. Ferma restando la necessità di una norma del Governo – è questo l’orientamento – che permetta lo spostamento, la Camera ha individuato un’area nel parcheggio di via della Missione (di ‘pertinenza’ di Montecitorio) come seggio per i positivi. Questa scelta permette di assicurare segretezza, contestualità e sicurezza del voto ed è coerente con le disposizioni costituzionale dettate a presidio delle libertà dei parlamentari, come la libertà di sede. Nel parcheggio allestito sotto forma di ‘drive-in elettorale’ sarebbero presenti due segretari d’aula e dei funzionari della Camera. Questa proposta era stata lanciata ai partiti dal presidente della Camera, Roberto Fico, prima della capigruppo di questa mattina.
Al momento, sono una trentina i contagiati tra deputati e senatori, meno rispetto alla scorsa settimana. E, comunque, in calo. Al Senato, attualmente, sono 15 i positivi o in quarantena, destinati a scendere a cinque da lunedì. Pertanto si potrebbe arrivare a lunedì con circa 20 grandi elettori potenzialmente assenti.
Secondo le disposizioni in vigore, insomma, i positivi possono spostarsi con mezzi sanitari privati, ambulanze o aerei, anche per oltre 300 chilometri fino al domicilio di Roma. Subentra a questo punto la necessità di una norma del Governo per lo spostamento dal domicilio al seggio drive-in. Il punto di partenza è la circolare del ministero della Salute del 13 gennaio scorso in cui si fa riferimento proprio alle indicazioni riguardanti lo spostamento di casi Covid e contatti stretti dalla sede di isolamento/quarantena ad altro luogo, che potrebbe essere a questo punto ritoccata. O in alternativa dovrebbe esserci una circolare ad hoc. Le interlocuzioni con Palazzo Chigi sono in corso e probabilmente sarà il Consiglio dei ministri di domani ad occuparsi anche di questa questione. Resterà poi da capire dove alloggeranno i grandi elettori positivi, se in un Covid hotel nei dintorni di Montecitorio o in un altro luogo.
Certo è che il nodo degli assenti ha sempre interessato le forze politiche. E non solo quest’anno. La politica, si sa, si fa anche con i numeri. In passato, prendendo in considerazioni le ultime otto elezioni dei presidenti della Repubblica, sono mancati 34 grandi elettori quando salì al Quirinale Francesco Cossiga. Nei settennati precedenti, 12 gli assenti in occasione dell’elezione di Giovanni Leone e quattro in più, 16, quando fu la volta di Sandro Pertini al Colle. Se hanno marcato visita 14 grandi elettori, sette anni fa, quando fu scelto Sergio Mattarella, sono stati 9 e 10 coloro che non hanno partecipato al voto che portò rispettivamente alla prima e alla seconda elezione di Giorgio Napolitano. Sempre 9, invece, i grandi elettori assenti al tempo di Oscar Luigi Scalfaro e qualcuno in più, 20, quando fu eletto Carlo Azeglio Ciampi.