Quirinale: oggi vertice Letta-Conte-Speranza, M5S propone Segre

Possibile candidatura di bandiera per i pentastellati. Il Partito Democratico: "No al tritacarne del totonome"

Limitare il rischio che Silvio Berlusconi diventi il nuovo Presidente della Repubblica. Il target del centrosinistra in questa fase della partita quirinalizia è abbastanza chiaro, soprattutto perché le strategie di cui la coalizione progressista discute si concentrano soprattutto sulla necessità di evitare che nel segreto dell’urna eventuali franchi tiratori possano giocare qualche brutto scherzo. Magari per regolare qualche conto interno alle forze politiche. Su eventuali candidati di area, invece, il dossier resta aperto: è possibile che qualche ipotesi venga avanzata nel vertice in programma oggi tra Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza. L’incontro è in agenda di buon mattino. “Non è il primo e non sarà l’ultimo – viene ribadito – tra i tre i contatti sono frequenti e senza alcuna mediazione”.

Alla vigilia dell’incontro, però, erano filtrate indiscrezioni sulla posizione che vorrebbe assumere il vertice del Movimento 5 Stelle. Conte ha riunito lunedì sera il gruppo dirigente, oltre alla squadra dei ministri e i capigruppo, proprio per discutere delle mosse per l’elezione del nuovo capo dello Stato e, secondo quanto si apprende, della possibilità di trovare una candidatura di bandiera per il Movimento, per arginare la corsa del Cavaliere. Al vaglio c’è una serie di nominativi di alto profilo che possano rispondere a quei valori politici, istituzionali e morali che i Cinquestelle cercano: la bussola, infatti, resta sempre il criterio ‘disciplina e onore’. Proprio per questo tra le proposte avanzate nella riunione è emerso anche il nome di Liliana Segre, considerata una personalità di altissimo rilievo. Anche se non tutti sono convinti della lungimiranza di tali proposte. Ad esempio, Danilo Toninelli, nella diretta video su Facebook, rispondendo alle domande di alcuni suoi sostenitori, commenta senza troppi giri di parole: “Io non ero alla riunione di Conte con i cosiddetti vertici: da lì è trapelato il nome di Segre, che è una persona straordinaria ma lei stessa si rende conto di avere 92 anni”.

Per l’ex ministro delle Infrastrutture va, però, va fissato un punto: “A Conte in assemblea congiunta – racconta sempre ai suoi follower – ho detto che gli eventi vanno governati e non subiti. Qualche fronte va chiuso e uno di questi fronti è l’ipotesi di Draghi presidente della Repubblica”. Dunque, ribadisce, “Draghi non può abbandonare l’Italia in uno stato di emergenza per andare da Palazzo Chigi al Quirinale, ma scherziamo? Che roba è questa?”. C’è poi un altro tassello di questa strategia riguarda invece la possibilità di uscire dall’aula, o meglio non rispondere alla chiama, viste le nuove modalità di voto studiate per evitare assembramenti. Almeno dopo il quarto scrutinio, quando il quorum si abbasserà alla metà più uno dei grandi elettori, facendo calare l’asticella: a quel punto basterebbero 505 voti al Cav per spuntarla. Un rischio troppo alto, che i Cinquestelle, così come l’intera area progressista, non può assolutamente permettersi di correre.

Nonostante le turbolenze all’interno del M5S restino elevate, dal Nazareno filtra ottimismo: “Il fronte è compatto, nessuno ne ha la Golden share, ma esiste una fiducia reciproca tra i leader”. La volontà, è il ragionamento, è quella di “imprimere una svolta critica insieme” per fare in modo che si raggiungano due obiettivi principali: eleggere un presidente con una maggioranza “tanto larga quanto quella che sostiene Draghi” e trovare una figura che sia “garanzia per il prosieguo della legislatura in funzione delle priorità Paese”, che per i dem restano il Pnrr, le sfide europee, il completamento della gestione pandemica e, se fosse politicamente possibile, la riforma della legge elettorale e dei regolamenti parlamentari. Insieme, quindi, per “una convinzione valoriale che ha a che fare con l’unità della nazione” e per una “reciproca convenienza e convinzione” sulla necessità di far arrivare a scadenza la legislatura.

Quanto ai possibili nomi da mettere in campo ‘contro’ Silvio Berlusconi, però, le strategie non coincidono. Per Enrico Letta e i suoi, infatti, “non è opportuno mettere Liliana Segre nel tritacarne del totonome”. La senatrice a vita, è il ragionamento, “ha una sacralita e un profilo integerrimo e simbolico che va tutelato”.