Nomine Rai: Maggioni al Tg1 e Sala al Tg3, Sangiuliano al Tg2. Conte furioso: “Voce M5S non piu’ nei canali del servizio pubblico”

Sono le proposte di nomina presentate dall'ad Carlo Fuertes: giovedì la decisione del CdA

Monica Maggioni sarà il nuovo direttore del Tg1, Gennaro Sangiuliano resta alla guida del Tg2 e al telegiornale di Rai 3 arriva Simona Sala. Completano il quadro la conferma di Alessandro Casarin alla Tgr, l’arrivo di Paolo Petrecca a RaiNews 24, mentre Andrea Vianello passa alla direzione del giornale radio, il trasferimento di Mario Orfeo agli Approfondimenti e l’indicazione di Alessandra De Stefano a RaiSport al posto di Auro Bulbarelli. Sono queste le proposte avanzate dall’amministratore delegato, Carlo Fuortes, al Cda della Rai, che domattina alle 11.30 si riunirà, a Napoli, per dare il via libera alle nuove nomine.

Una partita che si è sbloccata dopo giorni di riflessioni e trattative, che ha riservato anche momenti di tensione, con la scelta dei consiglieri di disertare la riunione di stamane, in protesta proprio con l’ad perché estromessi dalle decisioni.Anche nel mondo politico le scelte dei vertici dell’azienda radiotelevisiva nazionale fanno discutere, come quella di lasciare fuori dalla tornata l’attuale direttore del telegiornale della rete ammiraglia, Giuseppe Carboni.

In particolare è Giuseppe Conte a usare toni molto duri, al punto da annunciare che il M5S “non farà sentire la sua voce nei canali del servizio pubblico, ma altrove”. L’ex premier ha il volto tirato quando si presenta nel tardo pomeriggio al punto stampa convocato per dire la sua sulla Rai. “Fuortes ha scelto di sottrarsi a qualsiasi confronto nelle sedi istituzionali, ha rinviato dapprima l’incontro richiesto nei giorni scorsi dal Cda e poi ha anche rinviato la convocazione già programmata davanti alla commissione di Vigilanza.

Quanto al merito delle scelte”, spiega, “aveva varie possibilità: ha deciso di continuare ad applicare la vecchia logica che prevede di tenere conto delle istanze delle varie forze politiche. Nell’applicare questo criterio, però, ha deciso di escludere, tra tutte le forze dell’arco parlamentare, compresa maggioranza e minoranza, esclusivamente il M5S, che è il partito di maggioranza relativa e rappresenta 11 milioni di elettori”.

Conte, che alle sue spalle riunisce i capigruppo, Mariolina Castellone (Senato) e Davide Crippa (Camera), il capodelegazione al governo, Stefano Patuanelli, oltre a vice presidente e capogruppo M5S in Vigilanza Rai, Primo Di Nicola e Sabrina Ricciardi, si interroga anche su “che ruolo ha giocato” l’esecutivo in questa partita. E, pur ribadendo che la “lottizzazione politica non ci piace” (infatti rilancia la proposta di riforma della governance incardinata in commissione a Palazzo Madama), lamenta comunque il fatto che “Fuortes sceglie deliberatamente e consapevolmente di esautorarne la parte più ampia”. A stretto giro gli risponde Matteo Renzi, che usa toni tranchant: “La posizione grillina sulla Rai dimostra che non c’è bisogno di piani segreti per distruggere i Cinquestelle, basta lasciar fare a Conte. Fa tutto da solo”.

Non si fanno i salti di gioia nemmeno dalle parti della minoranza, ma “non faremo barricate” assicurano a LaPresse fonti di FdI. Che comunque saluta con favore il via libera alla nomina di Petrecca al canale all news della Rai, anche se brucia ancora la mancata nomina di un proprio rappresentante in Cda: “Noi avevamo zero, ma tutto quello che viene sicuramente è molto poco, essendo l’unica opposizione”. Ora il prossimo passaggio sarà quello in Consiglio di amministrazione, poi ci vorranno i tempi tecnici per gli avvicendamenti alla guida delle varie testate. Dopodiché inizierà la seconda fase dell’era Fuortes a viale Mazzini.