Nessuna fuga da Italia Viva. Matteo Renzi continua a respingere rumors e indiscrezioni su nuovi addii nel gruppo parlamentare, provando a buttare avanti la palla: “Dicono che stanno scappando tutti da Iv e dimenticano che siamo pieni di prenotazioni per la Leopolda”. L’ex premier, che a caldo ha subito puntato il dito verso il Partito democratico (“è esattamente lo stesso giochino dell’altra volta sul Conte 2”), prova a spostare l’attenzione dopo le indiscrezioni, rilanciate da ‘Repubblica’, di malumori interni dovuti principalmente alla traiettoria politica attuale, che sarebbe ritenuta troppo vicina a quella del centrodestra (vedi il caso del ddl Zan o le mosse di avvicinamento alla partita clou del Quirinale).
“Dicono che Italia Viva ha fatto l’accordo con Salvini e dimenticano che se non c’è il governo del Papeete, quello dei pieni poteri, è grazie alla nostra scelta del 2019”, sottolinea infatti il senatore toscano. Che elenca: “Dicono che Italia Viva farà l’accordo con i grillini e dimenticano che in questa settimana i grillini si sono sposati con il Pd in Europa, non con noi: noi siamo Renew Europe cioè orgogliosamente contro il populismo sovranista e il populismo grillino, come abbiamo detto mercoledì scorso a Bruxelles. E del resto se Draghi ha preso il posto di Conte nel 2021 si deve alla nostra scelta di aprire la crisi in piena pandemia”.
A incidere sulle possibili fibrillazioni tra i renziani, secondo i rumors, sarebbero anche gli echi dell’inchiesta giudiziaria sulla fondazione Open, soprattutto dopo quanto è emerso rispetto alle strategie di comunicazione. Con tanto di scontro televisivo con il direttore de ‘La Stampa’, Massimo Giannini, e con quello del ‘Fatto quotidiano’, Marco Travaglio. In particolare su quest’ultimo si concentrano le attenzioni delle ultime ore, tant’è che l’ufficio stampa di Iv avvisa che Renzi “ha dato mandato ai suoi legali di pronunciare azione di risarcimento danni per la diffamazione contenuta nella edizione odierna del giornale”.
In questa partita, però, l’ex capo del governo trova un appoggio inatteso, quello di Carlo Calenda, col quale diverse volte si sono alzati i toni negli ultimi mesi. “Io non ho mai comprato follower, ma quando sento che la struttura Delta di Renzi doveva sfruttare i giornali femminili perché non era popolare tra le donne capisco che è una polemica che possiamo fare solo in Italia. Se fosse reato quella roba se li dovrebbero portare tutti via, a partire da Salvini”, dice il leader di Azione. Che aggiunge: “C’è il tentativo di mettere Renzi all’angolo prima dell’elezione del Quirinale e un Paese così mi fa abbastanza schifo”.
Più tranchant è invece Luigi Di Maio, che stando alle carte dell’inchiesta, era uno degli ‘obiettivi’ da colpire: “Quello che ho letto sui giornali non mi è sembrato inquietante ma un po’ triste, perché è la testimonianza che Renzi considera sempre la causa dei suoi consensi gli altri, non se stesso. Arriva un momento in cui un leader crede di essere il ‘Re Sole’, che quando è difficoltà vede attorno a sé persone che pensa lo stiano accerchiando, come una mania, una sindrome. Nel caso di Renzi sono elevate all’ennesima potenza”.