Ad aspettarlo, nonostante la pioggia di Bruxelles, ci sono decine di telecamere. Silvio Berlusconi scende dalla macchina e si gode la scena, come una rockstar al rientro dopo un lungo periodo di assenza dai palcoscenici che contano. E’ l’ultimo summit Ppe di Angela Merkel e l’ex Cav è venuto a salutare la cancelliera tedesca. “Ho un piccolo omaggio per lei”, rivela ai cronisti che lo aspettano, raccontando di una collaborazione tra loro sempre “positiva” e di una lunga amicizia tra Germania e l’Italia.
Berlusconi è reduce dal vertice di villa Grande, con Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Dopo l’unità sbandierata a Roma, però, giunto nella capitale delle istituzioni europee, il suo obiettivo principale sembra essere quello di rassicurare i colleghi Ppe rispetto ai suoi alleati, prendendo, di fatto, le distanze da loro. “Ci deve essere assoluta tranquillità da parte dei leader europei sul fatto che il centrodestra italiano è lontano da ogni estremismo e da ritorni al passato”, scandisce. Ecco allora che il sostegno a Polonia e Ungheria da parte di Lega e FdI viene derubricato a “dialettica politica di propaganda” e il rapporto con Salvini e Meloni a una sorta di ‘gavetta’ politica con ruoli ben definiti: “I miei alleati hanno metà della mia età…figurati se io devo essere preoccupato. Sono un professore in cattedra e loro gli allievi”, dice scherzando ma non troppo.
Poi d’un tratto l’ex Cav si fa serio, ed è quando si parla di Mario Draghi. Con tutte le eccezioni del centrodestra si rischia di ‘regalarlo’ alla sinistra? “Assolutamente no”, dice sicuro, vantando un rapporto “solidissimo” e di lunga data. Da quando, racconta, contro il parere negativo di Giulio Tremonti, volle l’attuale premier alla guida di Bankitalia e poi, vincendo di volata proprio contro Merkel che voleva uno dei suoi, lo incoronò leader Bce. Draghi perfetto anche per il Colle, quindi? E’ qui che per rispondere Berlusconi utilizza tutta la sua esperienza di ‘animale’ politico. “Sarebbe certamente un ottimo presidente della Repubblica”, dice sicuro, per poi, però, aggiungere: “Mi domando se il suo ruolo attuale, continuando nel tempo, non porterebbe più vantaggi al nostro paese”. In sintesi: un perfetto successore di Sergio Mattarella, ma in questa fase è bene che resti a palazzo Chigi. E’ Berlusconi, al Quirinale, come lo vede? lo incalzano i cronisti. “Berlusconi lo vedo in forma dopo un po’ di acciacchi dovuti al Covid e non ha idee al riguardo”, la risposta. Scherzosa e tattica allo stesso tempo.
Del resto l’ex Cav ha incassato proprio ieri il sì degli alleati ad una sua possibile candidatura per il Colle più alto. Oggi Salvini lo dice chiaro: “Ovviamente, se decidesse di scendere in campo lui, come leader di un uno dei partiti del centrodestra, avrebbe tutto il nostro sostegno”, dice ai microfoni. In realtà, parlando ai parlamentari del Carroccio, l’ex ministro dell’Interno non esclude che sia proprio Draghi alla fine ad andare al Quirinale, “ma questo – avverte – non significa che si andrà alle e elezioni politiche anticipate”. La partita a scacchi tra “il professore in cattedra” e “gli allievi”, insomma, è in corso. E a dimostrarlo c’è anche, nel giorno del ritorno di Berlusconi tra i leader del Ppe, il videocollegamento tra Salvini e Marine Le Pen, con tanto di ripromessa di rivedersi presto a Parigi. Berlusconi, in ogni caso, riassapora il ritorno da protagonista sulle scene della politica e, ciliegina sulla torta, arriva la notizia della sua assoluzione nell’ambito del processo Ruby ter a Siena perché il fatto non sussiste. Che nella (lunga) strada verso il Quirinale male non fa.
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